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 Politica

15 Settembre, 2002
Corada interviene sulla Lectio Magistralis di Benedetto XVI a Ratisbona
In Consiglio Comunale l'intervento del sindaco salutato da un inusuale applauso

Scaletta dell’intervento del Sindaco Gian Carlo Corada in Consiglio Comunale su solidarietà a Papa Benedetto XVI

* Occorre condannare nella maniera più precisa le reazioni violente - sia negli atti che nelle parole - avvenute all'indomani della Lectio Magistralis tenuta da papa Benedetto XVI all'Università di Ratisbona.

* La condanna deve essere innanzitutto relativa alla difesa del diritto di espressione delle idee, diritto che fa parte dei principi universali dell'uomo, di qualsiasi uomo. Quando le idee, le opinioni sono espresse in quanto tali, hanno sempre e comunque il diritto di cittadinanza, di 'essere dette'.

* Ma la condanna di quelle reazioni é, in questo caso, se si potesse, ancor più pressante e convinta, perché si erge a difesa del diritto di professare non solo un'idea, ma una profonda convinzione religiosa, da parte poi della massima espressione di quella religione, da parte del Sommo Pontefice.

* La condanna delle reazioni violente é dunque ferma ed unanime. Così come lo sono i sentimenti di vicinanza e di solidarietà che vanno espressi non solamente a papa Benedetto XVI, ma a tutti i fedeli della Chiesa Cattolica e, comunque, a tutte le persone amanti della pace e della fratellanza.

* Va data una ferma risposta a quelle espressioni del fondamentalismo islamico che, lungi dal voler confrontarsi apertamente con le altrui ragioni, tendono a fomentare l'odio irrazionale, strumentalizzando opinioni liberamente espresse, non prima di averne forzato e stravolto gli argomenti.

* Ciò detto con grande fermezza, vorrei anche sottolineare come sia opportuna una riflessione sulla forte responsabilità dei media e delle agenzie d'informazione che sovente dimostrano una tendenza semplificatoria assolutamente superficiale.

* E' davvero difficilmente accettabile, infatti, in generale ma più ancora nell'occasione specifica, che gli operatori dell'informazione si concedano il lusso di estrapolare una frase, magari la meno significativa, per sintetizzare un discorso complesso, che affronta questioni complesse.

· la Lezione di Ratisbona, per soffermarci sulla vicenda in oggetto, era ed é un testo dotto e raffinato, tutto centrato sul rapporto tra fede e ragione.
· La Lezione affronta temi fondamentali “Interrogarsi su Dio per mezzo della ragione”. Il grande tema quindi è “Fede e ragione”. Il papa si interroga sulla natura di Dio e sulla possibilità umana di conoscerla. Dà una risposta per precisa. Seguendo la tradizione greca (aristotelica) e poi tomistica, risponde di sì.
· La discussione (e l’eventuale polemica) è quindi soprattutto nei confronti della tradizione illuministica e, all’interno della tradizione cristiana, con la “corrente” mistica, da Meister Eckhart a Pascal.
· Secondario è quindi il discorso sull’Islam, relativo soprattutto al fatto che “per la dottrina musulmana, invece, Dio è assolutamente trascendente”.
· La citazione “incriminata” è tratta da un'opera del 1390-1392 di Manuele II, sicuramente inquadrabile nell'ambito della controversistica, ma dal titolo già di per sé significativo "Diàlogos".

* Si tratta di un confronto, realmente avvenuto, tra il colto imperatore di Bisanzio ed un dotto e sapiente "maestro" musulmano. Confronto che avviene nel reciproco rispetto.

* Scrive Mons. Gianfranco Ravasi: "Colpisce il tono irenico che governa il confronto; impressiona il sostanziale rispetto che fa evitare sdegni e attacchi veementi anche quando il dibattito é acceso e le critiche serrate. Avendo a disposizione altri testi medievali bizantini ed occidentali di polemica anti-islamica, la comparazione con Dialogo é a tutto vantaggio di quest'ultimo".

* Ed aggiunge , a spiegazione della scelta da parte del Papa proprio di questo brano: "Manuele II, per primo, lascia cadere le argomentazioni tradizionali dogmatiche ed il ricorso alle auctoritates cristiane per sostenere le sue tesi. Punta, invece, sul metodo razionale, sull'argomento ad hominem, sulla filosofia "naturale". La stessa citazione papale riguardante l'argomentazione del Paleologo contro la legge di Maometto non vale tanto per il contenuto, quanto piuttosto per il metodo: anche nelle questioni religiose non si deve ignorare la funzione della ragione e della natura umana, perché ciò che milita radicalmente contro di esse non può essere valido a livello teologico. Per usare le parole del Papa "Non agire secondo ragione é contrario alla natura di Dio" .... Manuele II poteva dire: "Non agire con il logos é contrario alla natura di Dio". In un certo senso il Paleologo proponeva una sorta di via comune tra le fedi per aprire il dialogo, essendo la ragione e la natura umana comune a tutti. E si deve dire che il mudarris per certi versi accoglie la proposta."

* E' paradossale, quindi, che molti di quelli che "difendono" il Papa lo facciano adducendo motivazioni del tutto opposte al senso vero di quell'intervento.

· Motivazioni che appaiono quasi speculari a quelle addotte dal versante avverso, uguali e contrarie.
· E’ un metodo che, in generale, non va bene venga utilizzato nella polemica culturale o politica. Ma che a maggior ragione va contraddetto nella situazione data. In una situazione, cioè, dove già le tensioni sono notevoli, dove già le condizioni sono complessivamente difficili e dove sembrano esserci forze, componenti, persone che non vedono l’ora di attizzare gli animi e di fomentare scontri.
· Nessun dubbio: alla violenza, al terrorismo assassino occorre dare una risposta dura, precisa, vigile. Ma la risposta dura, precisa, vigila deve essere data al terrorismo, al fondamentalismo, non all’Islam, non agli islamici, non ai popoli musulmani.
· La risposta dura, precisa, vigile alla violenza ed al terrorismo va accompagnata dalla risposta intelligente, culturalmente alta che va data ai popoli dell’Islam. E va accompagnata dalla risposta accorta che deve svilupparsi sul piano diplomatico e dell’intelligence. E va – ancora – accompagnata alla risposta positiva, costruttiva, di reciproco rispetto che va lanciata sul piano politico.
· Non sono le identità che vanno cancellate. Al contrario. Le identità sono importanti, perché segnalano le differenze che arricchiscono il genere umano. Il problema non è negare le identità, ma semmai farle convivere, farle confrontare, renderle accoglienti l’un l’altra.
· E’ un processo lungo che deve essere condiviso. Un percorso che ha vissuto una tappa importante nell’incontro che – dopo Ratisbona – lo stesso Papa Benedetto XVI ha voluto organizzare con gli ambasciatori di un gran numero di paesi musulmani.
· Voglio proprio richiamarmi a quell’incontro, in chiusura di questo mio breve intervento. E lo voglio fare citando le parole che il Papa ha detto in apertura dell’importante evento: “Ben note sono le circostanze che hanno motivato questo nostro appuntamento, e su di esse ho già avuto occasione di intrattenermi durante la passata settimana. In questo particolare contesto, vorrei oggi ribadire tutta la stima e il profondo rispetto che nutro verso i credenti musulmani, ricordando quanto afferma in proposito il Concilio Vaticano II e che per la Chiesa Cattolica costituisce la Magna Charta del dialogo islamo - cristiano: La Chiesa guarda anche con stima i musulmani, che adorano l'unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini. Essi cercano di sottomettersi con tutto il cuore ai decreti di Dio anche nascosti, come si è sottomesso Abramo, a cui la fede islamica volentieri si riferisce. Benché essi non riconoscano Gesù come Dio, lo venerano come profeta; e onorano la sua Madre vergina, Maria, e talvolta pure la invocano con devozione. Inoltre attendono il giorno del giudizio, quando Dio retribuirà tutti gli uomini risuscitati. Così pure essi hanno in stima la vita morale, e rendono culto a Dio, soprattutto con la preghiera, le elemosine e il digiuno. Se, nel corso dei secoli, non pochi dissensi e inimicizie sono sorti tra Cristiani e Musulmani, il sacrosanto Concilio esorta tutti a dimenticare il passato e ad esercitare sinceramente la mutua comprensione, nonché a difendere e promuovere insieme, per tutti gli uomini, la giustizia sociale, i valori morali, la pace e la libertà. Ponendomi decisamente in questa prospettiva, fin dall'inizio del mio pontificato ho auspicato che si continuino a consolidare ponti di amicizia con i fedeli di tutte le religioni, con un particolare apprezzamento per la crescita del dialogo tra musulmani e cristiani”.

* E’ su queste parole, di concordia e di pace, che tutti noi – credenti e non credenti, laici o cattolici – dobbiamo saper riflettere profondamente. Lasciando alle ortiche ogni volontà negativa di strumentalizzazione ed estremismo.

* Così, nel nostro piccolo, noi cerchiamo di operare nella nostra città, anche grazie all’azione ed al ruolo del Tavolo interreligioso che abbiamo voluto aprire ed al quale affidiamo tante delle nostre speranze e dei nostri auspici.

Consiglio Comunale di Cremona – Giovedì 28 settembre 2006

 


       



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