Il provvedimento sull’indulto in discussione alla camera riguarda, come è
noto, anche i reati contro la pubblica amministrazione (corruzione, concussione,
peculato, abuso, etc.), i reati finanziari (falso in bilancio, frode fiscale,
appropriamento indebito, aggiotaggio, etc.) e quelli societari (fallimento etc.).
Far passare questo provvedimento come un "atto di clemenza", tra l'altro
scomodando subdolamente la richiesta fatta a suo tempo da Giovanni Paolo II, è
una cosa sinceramente sconcertante, dal momento che, se la proposta passasse,
potrebbe scagionare i protagonisti degli ultimi scandali finanziari, dal crack
Parmalat fino al caso Calciopoli, passando naturalmente anche da Unipol e
“dintorni”.
Poiché nella Camera e nel Senato sono comodamente appollaiati una novantina
di inquisiti e condannati, il voto favorevole con maggioranza qualificata
costituirebbe il pi?nde conflitto di interesse della storia della Repubblica: un
clamoroso autocondono per sé stessi e i propri amici. Una legge “ad personas”
per i vari parlamentari corrotti e i vari Tanzi, Cagnotti, Consorte, Ricucci,
Moggi, ma soprattutto rappresenterebbe un vero schiaffo agli oltre 500 mila
risparmiatori truffati.
Un provvedimento di clemenza dovrebbe riguardare esclusivamente quanti hanno
violato la legge per disperazione, non i miliardari che si sono arricchiti
violando la legge o corrompendo la pubblica amministrazione o, peggio ancora,
mandato sul lastrico mezzo milione di risparmiatori.
Un provvedimento di clemenza dovrebbe riguardare chi sta già in carcere e non
chi sta fuori e con l’indulto vuole evitarlo.
Ormai è chiaro anche ai sassi che in materia di giustizia non esiste un
centrodestra cattivo e un centrosinistra buono o viceversa, ma esiste una
maggioranza trasversale che da almeno una ventina d’anni anni serra
immediatamente le fila quando si tratta di assicurare l'impunità di propri
pretoriani.
Un vero schifo e una grande tristezza.
Giacomo Bazzani
Responsabile comunicazione Radicali di Sinistra Lombardia