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15 Settembre, 2002
Gli americani hanno paura del loro Governo. di Gian Carlo Storti
Sicko, di Michael Moore un film da vedere almeno due volte.

Gli americani hanno paura del loro Governo. di Gian Carlo Storti
Sicko, di Michael Moore un film da vedere almeno due volte.
L’ inchiesta-documentario sulla sanità americana di Michael Moore "Sicko", va oltre i numeri  della statistica.Moore  ci fa entrare nelle case e negli ospedali americani, ci mette a contatto con drammi e tragedie provocate da questo terribile aspetto - mai risolto - della sanità americana.
Il film si apre con una scena emblematica e terrificante. Un giovane americano, assistito dalla moglie, alla presenza del suo gatto, che si cuce , da solo e con aghi e filo sanitari una ferita sulla sua gamba. Lo si sente soffrire, lamentarsi, forse imprecare mentre la macchina da presa inquadra , facendoti quasi star male, la sua mano che cuce la ferita.
La scena si conclude con lui soddisfatto della cucitura e che in pompa magna grida a tutti che “così non ha speso nemmeno un dollaro”.
Stupefacente poi è la scena del falegname che sceglie di farsi riattaccare solo la  falange del dito medio  che  costa solo “ 12 mila dollari” rinunciando all’altra, che sarà buttata in discarica il cui costo per lui era troppo elevato: ben 60 mila dollari.
Descrive le tribolazioni di una  matura coppia che a causa delle spese mediche perde la casa (questa è la conseguenza più frequente) ed è costretta a chiedere ospitalità a una figlia che gli offre una temporanea ospitalità con un letto a castello e un armadio sistemati in uno studiolo. A un paziente leucemico viene negato un trattamento perché troppo costoso, a una bambina con convulsioni negate le cure perché capitata nell'ospedale sbagliato (l'uno e l'altra morti). Insomma, una vera e propria rassegna di orrori che viene messa a confronto con la situazione del tutto diversa – civile, solidale, rassicurante – dei sistemi sanitari universalistici: canadese, inglese e francese.
Il film si conclude con un bel colpo di teatro. Un viaggio a Cuba per far curare nell'accogliente sistema sanitario dell'isola una decina di pompieri di New York, ammalatisi a causa dei soccorsi portati a Ground 0 e poi abbandonati al loro destino dalle autorità locali.  
L’idea di Moore era quella di suscitare, tramite Sicko,  il massimo disgusto nei confronti della sanità americana e c'è perfettamente riuscito, facendo ancora di più apprezzare i sistemi sanitari dei cittadini americani e non che hanno il privilegio di vivere in Paesi come Canada, Gran Bretagna e Francia.
Il regista , che appare spesso nel film in qualità di accompagnatore o intervistatore dei “ cittadini americani” ha lavorato di accetta: di qua l'establishment – il governo, i politici, l'industria farmaceutica, i medici, le assicurazioni, o meglio, le Health Maintenance Organizations (HMOs) – , di là i rassegnati e mazziati cittadini.
Non solo attacca il suo odiato George W. Bush, ma depotenzia Ilary Clinton, descritta da prima una donna battagliera che voleva cambiare il sistema sanitario americano , mentre oggi appare anche lei sponsorizzata da multinazionali farmaceutiche . Insomma il dio $ assorbe tutti e  piano piano li normalizza.
Stupende sono due interviste parallele . La prima ad un conservatore canadese e la seconda ad un deputato laburista inglese.
Quasi con parole simili i due, in tempi e situazioni diverse arrivano alle stesse conclusioni e cioè che il loro sistema sanitario, rispettivamente canadese ed americano, mettono i “ cittadini nella condizione di pagare le tasse secondo le loro possibilità e di ricevere dallo stato secondo i loro bisogni sanitari”. Come non ricordare la definizione teorica del comunismo: il comunismo è quello stadio della società dove ogni cittadina dà secondo le sue possibilità e riceve secondo i propri bisogni”.
Una provocazione forte, fortissima che si accompagna all’immagine    di  Moore  ritratto mentre ammira il busto di Karl Marx. Lui americano, dove il comunismo è stato aborrito per legge che in qualche modo lancia un messaggio politico.
Infine , ed è questo il suo messaggio piu’ importante è la riflessione finale che gli viene suggerita da una cittadina americana che vive in Francia.
Questa cittadina dice che in “ Francia il Governo teme i cittadini perché questi sono liberi e quindi nonostante abbiamo un sistema sanitario avanzato, ferie, maternità ecc. scendono in piazza perché appunto sono liberi . Negli USA invece avviene il contrario: sono i cittadini che hanno paura del Governo”. Perché ? Chiede Moore . La cittadina americana che vive in Francia non sa rispondere a questa domanda. E’ Moore che chiudendo il film riflette ed evidenzia che un giovane arriva al lavoro già con molti  milioni di euro sulle spalle. Sono i vari prestiti che ha ottenuto dal Governo per studiare, per andare al college.. E quindi  stigmatizza il regista che “ questo  giovane, pieno di debiti che andrà a lavorare, lavorerà, non protesterà, non andrà in piazza e subirà”. E’ per questo quindi che gli americani hanno paura del Governo e non viceversa.
Un conclusione semplice ma efficace.
Insomma un film da vedere e gustare dalla prima all’ultima scena.
Non essere  pigro. Passa parola………

storti@welfareitalia.it
 

Michael Moore, breve biografia.
A 22 anni rifiuta il suo destino di impiegato nella General Motors  e fonda il 'Flint Voice', un quotidiano locale che dirige per dieci anni.
Il suo primo documentario è "Roger and Me", un feroce atto d'accusa nei confronti del presidente della General Motors, Roger Smith, e ritrae il disagio sociale dei numerosi operai espulsi dal mercato del lavoro in seguito alla chiusura di una fabbrica della società nel Michigan ( per finanziare il film organizza serate di bingo a casa sua.
Dopo diverse esperienze cinematografiche , finalmente, con il pluripremiato "Bowling a Columbine" vincitore vince l'Oscar 2002 come miglior film documentario.
Il personaggio non si smentisce e  durante il suo discorso di ringraziamento ha duramente attaccato il presidente degli Stati Uniti George W. Bush dichiarando: "A nome anche di tutti gli altri candidati a questo premio, vorrei dire che purtroppo viviamo in tempi fittizi, in momenti in cui c'è un presidente fittizio, un uomo che ci manda e ci porta in guerra per ragioni fittizie. Se la realtà è fittizia, noi siamo contrari a questa guerra. Vergogna, vergogna, anche il Papa è contro, Bush sei finito!"
Un tipo tosto che nell’ultimo film documentario Sicko si fa filmare mentre sosta davanti alla statua di Karl  Marx.
http://www.michaelmoore.com/
http://www.sicko-themovie.com/

 


       



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