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15 Settembre, 2002
Una risposta a Gian Carlo Storti di Andrea Ladina. Tamoil , la falda inquinata e la mancanza di tras
Con la pubblicazione di questo articolo www.welfarecremona.it apre il dibattito sul tema dell’inquinamento della Tamoil.Mandate i vostri articolo a storti@welfareitalia.it li pubblicheremo sul sito.

Una risposta a Gian Carlo Storti di Andrea Ladina. Tamoil , la falda inquinata e la mancanza di trasparenza.
Con la pubblicazione di questo articolo www.welfarecremona.it  apre il dibattito sul tema dell’inquinamento della Tamoil.
Mandate i vostri articolo a storti@welfareitalia.it li pubblicheremo sul sito.

Red/gcst

9 agosto 2007.
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Gian Carlo Storti intervenendo su “Il piccolo” di sabato 3 agosto 2007 affronta il tema della Tamoil ed il ruolo che la politica cremonese ha avuto in modo molto superficiale e lacunoso, assumendosi quasi il ruolo di difensore d’ufficio delle amministrazioni di centrosinistra che hanno governato il Comune di Cremona  più che tentare una interpretazione imparziale.

Vediamo i fatti. Sotto la Tamoil vi è, dai dati dell’ARPA e da quelli contenuti nella stessa autodenuncia della Tamoil, un vasto inquinamento da idrocarburi che ha compromesso il suolo e le falde fino ad una profondità di circa 70 metri. Questa contaminazione della falda freatica è il prodotto della complessità dei processi di lavorazione della raffineria che tratta ogni anno oltre 4,3 milioni di tonnellate di petrolio.

Far risalire i guasti prodotti all’ambiente dalla raffineria solo agli anni 60 e 70 è poco realistico dal momento che è tutto da dimostrare l’”innocenza” del periodo che va dagli anni 80 ai nostri giorni ed è probabile che i guasti maggiori siano avvenuti proprio nel secondo periodo di vita dell’impianto.

Comunque sia, appena ricevuta l’autodenuncia da parte della Tamoil il Sindaco di Cremona doveva presentare il caso in Giunta, informare il Consiglio comunale attivarsi per la predisposizione delle “Schede informative”alla popolazione relative alle Industrie a rischio di incidente rilevante (ex legge Seveso). Il Sindaco di Cremona del 2001, Paolo Bodini non ha fatto nulla di tutto questo, magari in buona fede ha pensato che si trattasse di poca cosa e di un inquinamento circoscritto.

Ha sottovalutato il problema!

Per amore di verità il ritardo del Sindaco Bodini lo ha colmato il Sindaco Corada perché è a lui che si deve la presentazione alla città (per la prima volta!) delle “schede informative” sulle industrie a rischio di incidente rilevante (compresa la Tamoil). La scheda riguardante la raffineria alla sezione n. 6  “Tipo di effetti per la popolazione e per l’ambiente” dice testualmente che “Relativamente al rischio di inquinamento ambientale lo scenario incidentale ipotizzato con conseguenze è quello del rilascio catastrofico di gasolio con possibilità di infiltrazione nel sottosuolo e conseguente inquinamento della falda”. Benché, fino a questo momento, non si possa stabilire che si tratti di un rilascio “catastrofico” (lo vedremo nel prossimo futuro) andava comunque aggiunto alla scheda informativa un doveroso riferimento alle infiltrazioni in falda così come comunicato dalla Tamoil nella sua autodenuncia. Questa informazione che le falde, per lo meno quella più superficiale, erano inquinate avrebbe preparato la popolazione al problema, avrebbe allertato le canottieri, non ci sarebbe stata la sorpresa di una notizia piombata come un fulmine in un mattina di luglio tramite una “soffiata “ ad un giornale ma ci sarebbe stata una comunicazione “ufficiale” di un Ente pubblico come il Comune di Cremona o la Provincia.  Chi ha passato questa “notizia esplosiva” ad un quotidiano?

E’ mai possibile che una notizia così importante i consiglieri comunali e provinciali la vengano a sapere da un giornale e non dalle Amministrazioni di cui fanno parte?

Caro Storti non serve stracciarsi le vesti e aggrapparsi alla difesa ad oltranza come fai tu e dire che “non è vero che si è sottovalutato il problema”. Il problema è stato sottovalutato, eccome!

Ammettere un inadeguato approccio al problema significa compiere un gesto di onestà intellettuale nei confronti della città. Tutti possono sbagliare. Sulla Tamoil l’errore di sottovalutazione è stato evidente.

“Qualcosa non ha funzionato”! Queste parole non sono dei Verdi ma dell’ex assessore all’Ambiente della Provincia di Cremona, Fiorella Lazzari la quale, rispondendo alla domanda precisa di un giornalista di Cronaca: “Perché la notizia è uscita da questo giornale prima ancora che le istituzioni la rendessero pubblica” ?  ha ammesso: “Perché qualcosa non ha funzionato”!

Caro Storti, qualcosa non ha funzionato e dobbiamo partire da qui e cioè dal fatto che nel centrosinistra cremonese, in comune ed in Provincia, non si è stati all’altezza della situazione!

Ci sarà tempo per ricostruire in modo più tranquillo questa vicenda ed il motivo recondito di questa “soffiata” . Una “soffiata” che appare tutta interna a quella parte del centrosinistra che si appresta a diventare PD, Partito democratico, e che a Cremona sembra nascere non sotto buoni auspici.

A questo punto entrano in scena i Verdi. I Verdi della Provincia, rappresentati dal sottoscritto infatti da diversi anni hanno premuto affinché venissero predisposte e presentata alla cittadinanza le “schede” informative sulle industrie a rischio di incidente rilevante.  E siamo stati contenti di vedere il Sindaco Corada dare concretezza a questo impegno per informare i cittadini di Cremona della presenza di queste industrie sul territorio comunale. Anche se poi, come abbiamo visto le schede riguardanti la Tamoil erano incomplete e piuttosto vaghe.

Caro Storti mi domando cosa tu voglia dire con frasi roboanti del tipo “ le accuse politiche mosse dal consigliere provinciale dei Verdi sembrano più funzionali ad un disegno politico destabilizzante che alla risoluzione di un problema”. Caro Storti ma come parli? Smettila di usare frasi fatte e stereotipi ideologici degli anni ’50. Guardiamo ai fatti come si sono sviluppati e ti accorgerai che le cose sono ben diverse da come le descrivi tu.

Per prima cosa, a contestare il Sindaco Corada di mancanza di trasparenza sulla Tamoil, anche con un articolo apparso su “Il corriere della sera”, è stata l’associazione cittadina dei Verdi ed il consigliere comunale Lodi. Ai quali ha replicato in modo assai arrogante il consigliere provinciale Ds Superti facendo chiaramente capire che “per lui i Verdi sono come se non esistessero, prima se ne vanno meglio è, e  che la smettano di scassare le p….!.”. I Verdi in Provincia cosa hanno fatto? Nessun a presa di posizione, ma la presentazione di una Interrogazione in Consiglio provinciale sulla Tamoil. Interrogazione che ha avuto una risposta da parte del Presidente Torchio che abbiamo ritenuto non soddisfacente. Ed abbiamo espresso solidarietà ai Verdi cremonesi così vituperati dai Ds. A seguito di questo abbiamo letto sulla stampa: “Resa dei conti della maggioranza contro i Verdi in Provincia”.

E’ un fatto curioso che i Ds parlino a nome di tutta la maggioranza e che, entrambi, sia Torchio  (“ormai si è raggiunto il colmo con i Verdi perché si sono detti insoddisfatti della mia risposta” ) sia Superti per le critiche ai Ds  (“Ladina prima se ne va meglio è, e bisogna trovare il modo di cacciarlo”!”) abbiano pensato di epurare, come ai tempi dell’Inquisizione, un consigliere che democraticamente pone delle interrogazioni. Queste le ragioni per le quali ho definito come stalinista il comportamento del Ds Superti ed ho detto a Torchio che se pensa di impedire al consigliere provinciale di dirsi insoddisfatto rispetto ad una risposta ricevuta è meglio che faccia un altro lavoro perché non conosce lo Statuto della Provincia che assegna al consigliere un preciso ruolo di controllo. Con Corada Presidente della Provincia non era mai successo che si gettasse fango sui consiglieri. C’era uno stile diverso, di grande rispetto dell’Esecutivo nei confronti del Consiglio e delle sue prerogative. E mai possibile che, per il fatto che un consigliere si ritiene insoddisfatto di una risposta il Presidente della Provincia scriva al Ministro dell’Ambiente per

“ lamentarsi delle frizioni che ha con il capogruppo dei Verdi”? Già che c’era poteva scrivere anche al Papa o al Segretario dell’ONU!  Caro Torchio la politica dei Verdi la fa chi è stato eletto democraticamente dal popolo  (art. 53 dello Statuto della Provincia) e la smetta con i metodi della vecchia politica di cercare, con il “divide ed impera” di indebolire i Verdi, seminando zizzania, perché con noi non funziona. Lo ha già detto chiaramente anche il consigliere comunale verde Matteo Lodi. Questi sono i fatti. Altro che destabilizzazione: siamo in presenza di un atteggiamento politico arrogante da parte di settori dei Ds e da parte dello stesso Presidente Torchio che pensano che i Verdi siano forza politica da comandare a bacchetta e a “sovranità limitata”.

I Verdi sono una forza politica presente dalla Finlandia all’Australia, passando per la Germania, la Francia, la Spagna, gli USA, il Giappone, l’India, il Brasile….. e rivendicano il diritto a svolgere democraticamente il proprio ruolo ed hanno una loro identità e capacità di elaborazione politica.

E sulla vicenda Tamoil ripetono: non c’è stata trasparenza e vi è stato appiattimento sulle esigenze dei poteri economici della città al punto di sottovalutare i problemi della salute e dell’ambiente.  Non si tratta di una questione morale. Abbiamo la massima fiducia nel Sindaco Corada e non abbiamo dubbi verso nessuno. Si tratta del venir meno di una cultura ambientale e dello scivolamento a rimorchio della vecchia tradizione industrialista tipica del PCI, che pone l’occupazione,  l’industria e le sue esigenze prima di ogni altra cosa.  Non per ricavare utili, non per fare niente di illecito ma solo come forma mentis culturale che si è consolidata nel tempo. E  ciò, nonostante che le amministrazioni abbiano fatto nel complesso molto lavoro sul piano ambientale.

La dimostrazione della riverenza verso la grande industria la si vede anche affrontando il problema del potere di pressione che l’economia esercita sulla politica (“ I persuasori occulti” li definirebbe Packard). Come non vedere il grande rischio di condizionamento dato dall’intreccio che avviene anche a Cremona tra economia e informazione, con la corsa di certi pezzi grossi dell’economia a sedere in CDA di giornali ed altra editoria. Di recente il direttore dell’Wall Street Journal, giornale da poco assorbito dalla catena Murdock scriveva preoccupato: “Non si compra un’auto per non guidarla, soprattutto se è costata cara”! Ed entrare nel CDA di un giornale significa condizionarne la linea, creare consenso e inevitabilmente incrociarsi con la politica.

Questa è una delle ragioni perché i Verdi non solo non aderiscono al Partito Democratico ma ritengono che debba essere rafforzata una presenza forte ecologista che metta l’ambiente al primo posto.  L’ambiente e non le logiche tradizionali di riverenza verso i potentati economici.. Dunque va ribaltato quello che è avvenuto. Il diritto all’informazione sul caso Tamoil doveva essere garantito prima della vendita della Tamoil e non dopo come invece è avvenuto. Per i Verdi, infatti, prima viene l’ambiente e dopo l’economia perché un ambiente irrimediabilmente inquinato non produce più nulla e non aiuta l’economia.

E per noi la falda inquinata sotto la Tamoil dimostra che anche a Cremona non siamo in presenza di uno sviluppo sostenibile!

Lo scontro che avviene a Cremona con i Verdi assomiglia  molto a vicende già viste come lo scontro tra ambientalisti e partiti provenienti dal PCI e dal Sindacato avvenuto nel caso del Petrolchimico di Porto Marghera e dell’inquinamento della laguna veneta. Inquinamento la cui bonifica sarà a carico principalmente del contribuente e della fiscalità generale e ben poco degli effettivi inquinatori.

Va dato atto al coraggio dimostrato dall’allora Assessore al lavoro della Provincia di Venezia,  Alessandro Sabiucciu (Rifondazione Comunista), il quale in occasione dell’apertura del processo per le morti da inquinamento del Petrolchimico ha reputato giusto “scusarsi per i ritardi del sindacato sul problema della nocività e dei danni ambientali” lui che era stato sindacalista per tanti anni.

Forse non è molto ma per i Verdi è un segnale importante. Un segnale che vorremmo vedere anche a Cremona.

 

Andrea Ladina      capogruppo dei Verdi nel Consiglio provinciale di Cremona

 

Cremona 9 agosto 2007

 


       



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