15 Settembre, 2002
Myanmar, tre monaci uccisi. Riunione urgente all'Onu
Tre i monaci buddisti uccisi e almeno altri 17 feriti. È il bilancio provvisorio del mercoledì di sangue della Birmania
Tre i monaci buddisti uccisi e almeno altri 17 feriti. È il bilancio provvisorio del mercoledì di sangue della Birmania: un bonzo sarebbe stato ucciso con un colpo d' arma da fuoco mentre tentava di disarmare un soldato, mentre altri due monaci sono stati percossi a morte. Vista la gravità della situazione, l'Onu ha deciso una riunione straordinaria del consiglio di sicurezza per avviare consultazioni urgenti su quanto sta avvenendo nella ex Birmania. L’appuntamento – lo annuncia dalla Francia, che è la presidente di turno, il ministro degli esteri Bernard Kouchner – è stato convocato alle 15 ora di New York, le 21 in Italia.
Mercoledì, davanti alla pagoda Shwedagon di Yangon, agenti di polizia in assetto anti-sommossa hanno caricato e disperso oltre 100 monaci buddisti e più di 200 civili che si erano radunati nonostante il divieto di manifestare imposto dalla giunta militare di Myanmar, per arginare le proteste in corso nel «Paese più corrotto» del mondo insieme alla Somalia, come fa sapere l’organizzazione non governativa Transparency International.
Stando alle prime testimonianze, la polizia ha sparato in aria colpi di avvertimento e fatto uso di lacrimogeni. Poi, colpendo i propri scudi con i bastoni e urlando di allontanarsi, gli agenti hanno inseguito alcuni monaci e le 200 persone scese in piazza al loro fianco. Alcune persone sono cadute a terra nella confusione.
Il segretario generale del Consiglio dell’Unione birmana ha riferito a Cecilia Brighi, responsabile del Dipartimento esteri della Cisl, che anche «un altro monaco e una monaca sarebbero rimasti feriti», ha detto Cecilia Brighi.
I gravi incidenti sono avvenuti nei pressi dello stesso luogo di culto da cui era partita anche la “rivolta degli studenti” nel 1988. La polizia ha effettuato almeno 100 arresti. Da New York, intanto, dove è in corso l'Assemblea generale delle Nazioni Unite, si susseguono gli appelli alla giunta militare affinché usi moderazione e si minacciano nuove sanzioni contro Myanmar.
Sempre venerdì anche l'Unione europea si è detta pronta ad inasprire le sanzioni se il regime birmano avesse dovuto reprimere con la forza le manifestazioni. Ma l’ultima notizia è che la morsa si stringe su Myanmar: la giunta militare avrebbe, addirittura, rallentato da mercoledì la velocità di connessione al web nel Paese, mentre gran parte degli Internet café a Saigon sono chiusi.
 
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