15 Settembre, 2002
Il nucleare non è né indispensabile né conveniente ( di Marco Pezzoni)
Perché imporlo con un disegno di legge che prevede addirittura il commissariamento degli Enti locali ? L’alternativa delle energie rinnovabili non solo è possibile, ma migliora la qualità dello sviluppo !
Il nucleare non è né indispensabile né conveniente
( di Marco Pezzoni)
Perché imporlo con un disegno di legge che
prevede addirittura il commissariamento degli
Enti locali ? L’alternativa delle energie
rinnovabili non solo è possibile, ma migliora
la qualità dello sviluppo !
Trasmetto in allegato il lungo documento
sul nucleare che ho predisposto in queste
settimane. Lungo perchè ,dopo anni in cui
abbiamo subito troppi luoghi comuni sull'utilità
del ritorno al nucleare da Vespa all'Enel,
da Zichichi al generale Carlo Jean, mi è
sembrato opportuno offrire un ampio supporto
informativo anche da fonti internazionali.
Il documento si articola in 3 parti: nella
prima viene analizzato e criticato un pessimo
disegno di legge, attualmente all'attenzione
del Senato, che prevede addirittura il commissariamento
degli Enti locali che si rifiutassero di
accogliere centrali nucleari sul loro territorio; nella seconda parte
si analizzano gli aspetti irrisolti del nucleare,
dalle scorie alla sicurezza, dai costi altissimi
all'individuazione dei siti, per sostenere
invece la via praticabilissima delle energie
rinnovabili; nella terza parte infine si
affronta brevemente l'intreccio tra nucleare
militare e civile.
Marco Pezzoni.
-----------------------------------------
Il nucleare non è né indispensabile né conveniente.
Perché imporlo con un disegno di legge che
prevede addirittura il commissariamento degli
Enti locali ? L’alternativa delle energie
rinnovabili non solo è possibile, ma migliora
la qualità dello sviluppo !
a cura di Marco Pezzoni
PARTE I
Il Disegno di legge per il ritorno del nucleare
in Italia, già votato alla Camera e attualmente
in discussione al Senato, si configura come
una misura “centralistica” che esautora i
territori e impone la costruzione di nuove
centrali nucleari anche contro la volontà
delle popolazioni locali
Nucleare da decidere entro il giugno 2009.
Cioè appena dopo le elezioni amministrative!
Quando lo ha detto l’estate scorsa Claudio
Scajola, ministro dello Sviluppo economico,
i più non lo hanno preso sul serio. Quando
Scajola si è recato in Giappone per annunciare
il rientro dell’Italia nel Club dei Paesi
produttori di energia dal nucleare, molti
hanno pensato alla solita politica dell’annuncio.
In piena bagarre per il rilancio della nuova
Alitalia, a molti è sfuggito l’impegno assunto
dalla presidente di Confindustria Emma Marcegaglia
ad acquistare in via preferenziale, da parte
delle grandi industrie manifatturiere, energia
elettrica dalle nuove centrali nucleari quando
saranno costruite in Italia: una ovvietà
da un lato, dall’altro un impegno esplicito
che dovrebbe vincolare la Confindustria del
2020!! Quando 4 mesi fa il Governo italiano
ha firmato un accordo di cooperazione sul
nucleare civile con la Russia, si è pensato
ad un atto di amicizia verso Putin. E quando
l’ENEL agli inizi di febbraio ha annunciato
3.000 nuove assunzioni, malgrado la crisi
economica mondiale, molti analisti hanno
pensato fosse un modo per favorire il rialzo
delle proprie azioni ormai troppo svalutate.
Scarne reazioni anche quando Silvio Berlusconi
nella conferenza di fine anno ha confermato
che il suo governo avvierà accordi per produrre
energia con l’uranio arricchito. In prima
battuta, ha detto il Presidente del Consiglio,
«attraverso accordi esteri» con la Francia
di Sarkozy, nonostante l’incidente nello
stabilimento di Tricastin, lo scorso 8 luglio,
con oltre 100 operai contaminati, e con la
Bulgaria negli impianti di Belene, finanziati
con i soldi della Bnl e la partecipazione
dell’Enel. Subito dopo, ha annunciato il
premier, «si procederà anche con la costruzione
sul territorio italiano di nuove centrali
nucleari e con la riattivazione di quelle
chiuse». Anche qui, pochi gli hanno dato
retta. E invece Berlusconi ha aspettato l’incontro
ufficiale con Sarkozy, avvenuto il 24 febbraio,
per annunciare un accordo politico “pesante”
tra Francia e Italia per la costruzione di
4 nuove centrali nucleari sul territorio
italiano, mentre parallelamente ENEL e la
francese EDF firmavano una lettera di intenti
per la concreta realizzazione di questo progetto,
senza nemmeno attendere le decisioni del
Parlamento italiano!
Per la precisione ENEL ed EDF hanno sottoscritto
due “memorandum of understanding” con cui
si impegnano a “costruire una joint-venture
paritetica che sarà responsabile dello sviluppo
degli studi di fattibilità per la realizzazione
di 4 unità di generazione”. Dunque si tratta
di un accordo tra imprese che, al momento,
non vincola ancora lo Stato italiano, malgrado
Berlusconi abbia già anticipato gli orientamenti
del Parlamento che, se non avvallasse il
ritorno al nucleare, non esporrebbe ad alcuna
penale il Governo italiano.
Segue.
Il documento completo è in allegato ed è
scaricabile in formato pdf.
La redazione ringrazia Marco Pezzoni per
il rilascio del documento da pubblicare.
 
Visualizza allegato o filmato
|