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						 15 Settembre, 2002  
						Non solo riforme istituzionali: servono interventi sul piano sociale.  
						Un presa di posizione dell'ANPI in occasione del 25 aprile, 65° anniversario della liberazione.
  
                      
 
Non solo riforme istituzionali: servono interventi
sul piano sociale. 
Un presa di posizione dell'ANPI in occasione
del 25 aprile, 65° anniversario della liberazione. 
Il Comitato Provinciale dell'Associazione
Nazionale Partigiani d'Italia (ANPI) - riunitosi
 
per preparare la partecipazione alle iniziative
celebrative del 25 aprile, in questo65° anniversario
della vittoriosa 
Guerra di Liberazione dal nazismo e dal fascismo
- ha anchepreso in esame - nei suoi aspetti 
politici, sociali ed istituzionali - la situazione
determinatasi alla luce dei risultati delle
elezioni 
regionali, ravvisando come si imponga l'esigenza
di profonde riforme capaci di risollevare
l'Italia 
dalla preoccupante crisi di cui soffre, soprattutto
sul piano economico e sociale, con gravi 
conseguenze sui livelli di occupazione dei
lavoratori. 
Se i problemi dell'economia - e delle loro
conseguenze sul piano sociale - rappresentano
la 
priorità da affrontare, è pur vero che sollecita
attenzione deve essere riservata all'esigenza
di 
avviare riforme istituzionali, alcune delle
quali appaiono ormai improcrastinabili, a
condizione 
che vengano realizzate nel rispetto dei principi
e dei valori sui quali è incardinata la nostra 
Costituzione repubblicana e attraverso il
più ampio confronto fra le forze politiche
democratiche. 
Un progetto corrispondente a tali esigenze
non può che prevedere un forte rilancio del
ruolo del Parlamento, 
come luogo di rappresentanza della volontà
popolare.  
Ruolo che potrà risultare più efficiente
produttivo per il bene del Paese se verranno
attuate scelte riformatrici 
che ne snelliscano - nella salvaguardia delle
garanzie democratiche e di rappresentatività
della realtà nazionale 
- l'operatività legislativa e di controllo.
Congruenti al raggiungimento di tale obiettivo 
appaiono le proposte di avere una sola Camera
impegnata a legiferare e la riduzione del
numero dei parlamentari. 
Preoccupazione suscita, invece, l'idea sostenuta
da talune parti di introdurre, nel nostro
ordinamento 
istituzionale, forme di presidenzialismo
(a livello del Capo dello Stato o del Capo
del Governo?) 
che tendano ad identificarsi nella figura
dell'uomo forte, con uno sbilanciamento dei
poteri a 
scapito di altri soggetti istituzionali previsti
dalla nostra carta costituzionale. Proprio
partendo 
da una attenta valutazione dei recenti risultati
elettorali - che hanno evidenziato un preoccupante 
aumento dell'astensionismo dei cittadini
elettori, segno di una crescente disaffezione
nei 
confronti della politica nelle sue varie
espressioni - bisogna riservare maggiore
spazio, in materia 
di riforme, agli strumenti di partecipazione
degli stessi alla vita politica ed istituzionale,
rendendoli non passivi spettatori ma 
protagonisti del processo di formazione delle
scelte.  
In tale quadro riformatore, va seriamente
valutata anche la rivalutazione dei ruoli
delle assemblee elettive 
delle Regioni e degli Enti locali. 
Così come non è più possibile che resti in
vigore una legge elettorale che espropria
i cittadini 
della possibilità di scegliere i propri rappresentanti
al Parlamento, lasciando ciò alla potestà 
esclusiva degli apparati dirigenti dei partiti. 
Comitato Provinciale ANPI 
Cremona 
 
 
 
 
         
 
 
  
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