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15 Settembre, 2002
215 vittime del lavoro nel 2003
di Gian Carlo Storti *dalla rubrica il welfare de " Il Piccolo" edizione di sabato 14 febbraio 2004

215 vittime del lavoro nel 2003

Il rapporto Fillea Cgil sugli infortuni mortali nei cantieri italiani nel 2003. evidenzia che le vittime nei cantieri italiani sono state 215
Mentre nel 2004 già se ne contano 4.. In Italia ben il 38% degli infortuni sul lavoro interessano il settore delle costruzioni, uno dei più esposti. L’edilizia secondo il rapporto tra morti ed occupati è quello più colpito.
Questi dati, però, non tengono conto degli incidenti che passano sotto silenzio, perché i lavoratori colpiti spesso sono “irregolari” e non vengono registrati né dall’anagrafe delle Casse Edili né da quella dell’Inail. Nell’edilizia nel 2002 gli infortuni non mortali sono stati 99.247, contro i 102.214 del 2001. Il costo degli infortuni nel settore delle costruzioni si aggira intorno ai 5 milioni di euro, l’8% del PIL.
In Italia si muore lavorando più che negli altri paesi europei. Sono soprattutto i lavoratori delle piccole imprese a farne le spese. Nell’Unione Europea il dato medio di casi mortali per centomila occupati è 2,7, mentre quello italiano è 3,3. I dati del monitoraggio infortuni curato dalla Fillea-Cgil confermano la necessità di non abbassare la guardia sul fenomeno infortunistico nei cantieri e più in generale nel settore delle costruzioni, che mantiene un triste primato tra i settori produttivi.

Dopo i gravi fatti di Genova il Governo aveva assunto impegni formali nella lotta contro gli infortuni, ma nei fatti l’unico atto concreto è una delega volta a modificare in peggio la norma antinfortunistica ed un avviso comune firmato con le parti sociali del settore che rischia di rimanere lettera morta se non faranno seguito decisioni concrete del Governo, di cui, ad oggi, non vi è traccia.

Ecco le tipologie piu’ frequenti degli infortuni:

UNA PERSONA SU SEI ERA IMMIGRATO
Una persona su sei era immigrato. Su 215 vittime, il 15% (32 persone) era extracomunitario. Un dato che rileva come sia cambiata la mappa di chi lavora nei cantieri edili italiani. E metà delle vittime venute a lavorare in Italia avevano tra 26 e 35 anni.

ANCHE DUE GIOVANI MINORENNI TRA LE VITTIME
La maggior parte delle vittime aveva tra i 26 e i 35 anni e tra i 46 e 55 anni. Purtroppo si contano tra le vittime anche due minorenni: uno di 15 e un altro di 17 anni.

LA CAUSA PIU’ FREQUENTE? LA CADUTA DALL’ALTO
La causa più frequente è la caduta dall’alto (38,5%). Le altre cause sono: travolto da gru, carrello elevatore o ruspa (15,4%), il crollo di una struttura (15%), colpito da materiali di lavoro (9,2%), ribaltamento del mezzo (9%), folgorato (7,5%). Il restante 5,4% è rimasto vittima per altri motivi.

LOMBARDIA, TOSCANA, VENETO E LAZIO CAPEGGIANO LA TRISTE CLASSIFICA
La regione che registra il maggior numero di morti bianche è la Lombardia con 41 morti seguita dalla Toscana (23), il Veneto (22) e il Lazio (16). Tutte le regioni italiane hanno avuto almeno una vittima nei cantieri edili nel 2003.

MAGGIO E SETTEMBRE I MESI PIU’ “NERI”
Sono stati i mesi di maggio e settembre quelli più “neri” per quanto riguarda la mortalità nei cantieri edili nel 2003. Anche giugno e luglio, i mesi estivi insomma, hanno registrato un aumento degli incidenti.

LUNEDI’ E VENERDI LE GIORNATE CON PIU’ INCIDENTI
Gli infortuni mortali accadono più frequentemente nel giorno di lunedì e venerdì, ma ci sono anche parecchi infortuni che si verificano nei giorni festivi. Gli incidenti si verifica nella tarda mattinata, prima dell’interruzione per il pranzo. Negli altri tre intervalli temporali considerati (inizio lavoro, inizio ripresa lavoro e verso la fine lavoro) la distribuzione degli incidenti si presenta in un modo pressochè uniforme.

Gian Carlo Storti
storti@welfareitalia.it
*dalla rubrica il welfare de " Il Piccolo" edizione di sabato 14 febbraio 2004

 


       



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