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15 Settembre, 2002
ALER Cremona: il regalo di S Lucia
Gli affitti dell’edilizia sociale aumentano di 1 miliardo di vecchie lire.

ALER : il regalo di S Lucia
Gli affitti dell’edilizia sociale aumentano di 1 miliardo di vecchie lire.

nota stampa 19 dicembre 2003
cremona – saletta gruppi consiliari / sala zanoni

Nel corso dell’ultimo Consiglio di Amministrazione (venerdì 12 dicembre u.s.) il presidente Dolfini e la maggioranza del CdA hanno approvato una pesante manovra di aumento degli affitti, destinata ad avere ripercussioni rilevanti sulle famiglie, sui comuni della provincia di Cremona e sull’intera rete di welfare. Oltre 500.000 euro di aumento in un sol colpo.
Una decisione unilaterale, senza alcun confronto con nessuno.
Noi abbiamo contrastato questa decisione grave per diversi motivi.
La Regione Lombardia è l’unica regione in Italia a non aver approvato una legge di regolamentazione dei canoni e del settore dell’edilizia sociale.
Dalla metà degli anni ’90 la materia è passata nelle mani delle regioni, con un processo che si è concluso con il nuovo Titolo V della Costituzione.
Il federalismo e la devolution non si proclamano: si attuano.
Assumendosi le proprie responsabilità.
Una decisione di questa portata investe in maniera rilevante il sistema di welfare locale.
Investe tutta l’agenda delle politiche sociali dei nostri comuni: famiglie numerose, marginalità sociali, situazioni di crisi familiare, famiglie straniere, inserimento sociale, etc.
Dunque non può essere assunta alla chetichella, in una solitudine che significa solo isolamento e deresponsabilizzazione verso il proprio territorio.
I titolari delle politiche di welfare sono i Comuni innanzitutto, sui quali si abbatteranno i costi sociali ed economici delle famiglie che non saranno in grado di reggere i nuovi affitti.
Ma il progetto di welfare community che pure a parole la Regione Lombardia proclama, prevede l’attivazione delle forze sociali, delle risorse del territorio (sindacati e organizzazioni di rappresentanza, parti sociali, terzo settore, etc). Simili decisioni si discutono in un confronto con le forze del territorio e i loro rappresentanti.
Altrimenti a pagare saranno solo le famiglie più deboli e i Comuni che si vedranno scaricati sui loro bilanci i costi di queste manovre irresponsabili di ALER.
ALER non è più il vecchio IACP: è un’azienda.
Come tale deve muoversi non più come ente autonomo, ma come un soggetto che deve conquistarsi rapporti, fiducia, nuovi mercati.
Questo CdA non solo torna al vecchio modello IACP (autoreferenziale ed autosufficiente).
Ma soprattutto finisce per danneggiare ALER stessa: perché la colloca in una posizione di crescente isolamento.
ALER deve diventare l’AEM dei comuni nel campo del social housing: dunque deve ripensare il suo ruolo come ente strumentale dei comuni e del territorio. E qui si paga pesantemente la scelta regionale di espropriare i territori di questo patrimonio, facendone aziende regionali (il CdA di nomina del presidente della giunta regionale), prive del loro naturale azionista di riferimento e committente.

Il budget 2004, poi, presenta anomalie davvero eclatanti.

Le spese di manutenzione vengono aumentate di 1 ml di euro (tab 1): cioè del 73.5%.
Le spese per il personale aumentano del 20% . Tutto questo mentre nella Relazione di Bilancio si propone di privatizzare interi segmenti produttivi di ALER cremona (progettazione, manutenzione straordinaria). Nella nota del Presidente Dolfini, infatti, si legge:
“L’analisi dei settori che compongono la gestione “privatistica” evidenzia un risultato operativo previsionale per l’attività edilizia (progettazione e direzione lavori per gli interventi relativi a nuove costruzioni e manutenzioni straordinarie) negativo già a livello di costi e ricavi diretti.
Quindi saranno necessarie scelte anche drastiche per tali attività che, analizzate attraverso tecniche di make or buy, potrebbero essere esternalizzate per ridurre le componenti negative di reddito.”.
I primi 10 mesi di questo CdA appaiono mesi di grande confusione e incertezza, ai limiti dell’immobilismo.
Ma alla prima vera prova (la manovra di bilancio 2004) il pesante vuoto di strategia aziendale insieme alle non scelte di questa regione sul futuro di ALER e del welfare in materia di casa e edilizia sociale rischiano di produrre effetti davvero pesanti.
Vogliamo infine lanciare un appello-proposta ai veri soci, ai veri azionisti di questa ideale public company.
Cioè innanzitutto ai Comuni cremonesi, alle forze sociali e al terzo settore, che in molti, troppi casi compensa le carenze del nostro sistema di welfare.
Il tema sociale della casa, il social housing, sarà nell’immediato futuro un indicatore straordinario della qualità sociale dello sviluppo del nostro territorio. Perché sulla casa si incrociano molte delle politiche sociali (politiche per la famiglia, politiche di contrasto alla povertà, azioni positive di inserimento e reinserimento, politiche di integrazione degli stranieri, lotta all’esclusione e alla marginalità sociale, etc).
ALERcremona costituisce comunque un patrimonio aziendale, professionale e di esperienze sul campo, oltre che immobiliare, naturalmente, preziosissime per inventare e praticare nuove strategie di intervento, di cui c’è grande necessità. Lasciata a se stessa finisce per avvitarsi in una spirale di autoreferenzialità che ne spreca le potenzialità nel medio periodo e produce danni nell’immediato.
ALER infatti sta avvitandosi fra scelte unilaterali di aumento dei canoni e richiesta ai Comuni di abbattimento dell’ICI, con ulteriori conseguenze sui bilanci dei comuni stessi e quindi sui servizi e lo stato sociale.
Così infatti ALER sta muovendosi nei confronti dei comuni, al momento del rinnovo delle Convenzioni per la gestione degli alloggi di proprietà comunale (circa 1.300 alloggi, che si aggiungono ai circa 4.000 aler).
Questo significa autoreferenzialità ed autosufficienza: scaricare le proprie crisi all’esterno, sugli altri, sulle fasce di povertà sociale e sui Comuni.
Per questo serve un cambio di marcia. Dobbiamo mettere in rete tutte le risorse e decidere insieme le politiche sociali della casa, pezzo decisivo delle politiche di welfare.
Ne va del futuro e della qualità sociale dello sviluppo dei nostri comuni e delle nostre comunità locali.

Consuelo Cabrini CdA ALER
Nicola Stellato CdA ALER
Giuseppe Tadioli CdA ALER

 


       



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