15 Settembre, 2002
«A nome dei cremonesi che hanno partecipato alla marcia della pace… »
Lettera della segreteria delle ACLI
Egregio direttore,
a nome dei cremonesi che i giorni scorsi hanno partecipato sia all'assemblea
dell'Onu dei Popoli che alla marcia della pace le inviamo un comunicato della
Tavola della Pace come sintesi delle proposte emerse da cinque giorni di lavoro
che hanno visto la presenza di circa duecento esponenti provenienti da quasi
tutti i paesi del mondo sul tema della riforma dell'Onu.
Distinti saluti.
la segreteria Acli
FACCIAMO MARCIARE LA PACE
Se invece di una marcia fosse stata una staffetta, il testimone passerebbe
alla politica. Per una ragione molto semplice. Perché non ci può essere pace
se non c’è una politica di pace.
La marcia Perugia-Assisi non è fatta da un popolo di idealisti ma da persone
e istituzioni consapevoli delle grandi sfide aperte.
Le loro domande non sono la generica invocazione di un mondo migliore ma una
risposta improntata all’etica delle responsabilità e ad un sano realismo
politico.
Il vertice dell’Onu il più grande di tutti i tempi, che si aprirà tra
pochi giorni a New York rischia il fallimento a causa del comportamento
irresponsabile dei principali governi del mondo.
La crisi di democrazia che sta attraversando il nostro paese ci impedisce
persino di conoscere quali posizioni assumerà il nostro governo che non ha
nemmeno ritenuto necessario informare il Parlamento.
Noi oggi ci facciamo carico di una grande responsabilità. Colmiamo un vuoto
e troppi silenzi. Ma sappiamo di non bastare.
Sappiamo che è la politica a detenere il potere e gli strumenti capaci di
cambiare anche ciò che oggi appare inamovibile. Alla politica noi chiediamo
impegni precisi e concreti. Non le ennesime promesse ma fatti come questi.
Primo. Mettere al primo posto la lotta alla miseria, dentro e oltre i confini
del nostro paese. Attuare, senza ulteriori scuse, gli impegni assunti per
raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, con politiche e misure
sostenibili, coerenti, trasparenti e rispettose dei diritti umani che vedano il
pieno coinvolgimento degli Enti locali e della società civile.
Secondo. Salvare, democratizzare e rivitalizzare l’Onu restituendogli la
centralità che deve avere nel sistema multilaterale, promuovendo una
Convenzione Universale sul futuro dell’Onu, aprendo le sue porte alla società
civile organizzata in tutte le sue diverse espressioni, agli Enti locali e ai
Parlamenti e assicurandogli il potere e le risorse necessarie per attuare i
compiti che gli sono stati assegnati.
Terzo. Ritirare le nostre Forze Armate dall’Iraq, investire sulla
pacificazione e la riconciliazione tra i popoli che abitano quel paese e
ripristinare il rispetto dell’articolo 11 della nostra Costituzione.
Quarto. Promuovere il cambiamento radicale del Fondo Monetario
Internazionale, della Banca Mondiale, dell’Organizzazione Mondiale del
Commercio e delle altre istituzioni associate e il loro inserimento nel sistema
delle Nazioni Unite in modo da assicurare il rispetto dei diritti umani, del
diritto internazionale, dei principi e degli obiettivi dell’Onu.
Cinque. Promuovere un’informazione e una comunicazione di pace a partire
dal rilancio della RAI e della sua natura di servizio pubblico.
Si possono condividere o respingere. Ignorarli no. Perché rispondono a dei
problemi che rischiano di travolgerci.
Meglio imparare la lezione di New Orleans e irrobustire gli argini prima che
sia troppo tardi.
A questo tutti noi daremo un contributo essenziale.
(I cremonesi partecipanti all’Assemblea dell’Onu dei Popoli e alla marcia
della pace Perugia-Assisi)
 
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