15 Settembre, 2002
Una lettera di condanna della tortura Usa sui prigionieri sospettati di terrorismo
di Pietro Stagno
Cari amici,
ho letto con raccapriccio sul Corriere della Sera di oggi (una notizia analoga è apparsa sulla Repubblica, in quanto entrambi riportavano un articolo della Washington Post) ) il modo con cui gli americani trattano i prigionieri sospettati di essere terroristi.
Vi avevo già scritto in merito il 13 gennaio scorso, quindi quasi un anno fa, a proposito di Guantanamo, fra l'altro con queste parole:
".....Forse ricorderete che nei giorni immediatamente successivi agli attentati
dell'11 settembre avevo individuato nella democrazia (che è parte
ineliminabile della nostra civiltà) l'oggetto degli attentati di New York e
Washington; democrazia che è sostanzialmente scritta nella dichiarazione di
Indipendenza degli USA e nella Costituzione del 1787 ed in particolare nel
primo emendamento (libertà di parola e di stampa e separazione fra Stato e
Chiesa) e negli altri immediatamente successivi (tutti i primi 10
emendamenti del 1791).........Non può quindi che destare preoccupazioni il modo con cui gli Stati Uniti
intenderebbero processare i terroristi di Al-Qaeda, come ora emerge dai
resoconti giornalistici, ma come peraltro serpeggia da alcuni mesi: processi
segreti, senza assistenza di difensori, quindi in violazione del VI
emendamento, che inizia con le parole "In all criminal prosecutions".......
....Se noi (gli Stati Uniti sono noi, in quanto abbiamo in comune la democrazia
e non possiamo certo dimenticare il sangue americano versato per la libertà
d'Europa e della nostra Patria in particolare) violiamo i fondamenti del
nostro vivere civile con la giustificazione che questi sono infami
terroristi, in pratica diciamo che l'11 settembre avevano ragione loro......"
Ora risulta quindi che oltre alla violazione del sesto emendamento ci siano anche vere e proprie torture: vorrei quindi ribadire che l'uso di questi mezzi, in così palese contraddizione con i valori della civiltà occidentale non fanno altro che indebolire la credibilità dell'opposizone al terrorismo: ritengo quindi che i veri amici degli Stati Uniti debbano far sentire la loro voce perché questa battaglia, che al fondo è di idee, sia combattuta in coerenza con i valori che si intendono difendere, senza dare spazio a sadici e pervertiti, quali, sotto ogni governo, sono i torturatori.
Un caro saluto.
Piero Stagno
|