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15 Settembre, 2002
La Cgil conferma lo sciopero del prossimo 12 dicembre 2008 di GC.Storti
Una scelta difficile e contro corrente che richiede un ampio sostegno politico e sociale. Il PD deve essere in prima fila.

La Cgil conferma lo sciopero del prossimo 12 dicembre 2008 di GC.Storti
Una scelta difficile e contro corrente che richiede un ampio sostegno politico e sociale. Il PD deve essere in prima fila.
Il pacchetto di misure che il Governo ha varato non convince la Cgil di Epifani che nel dichiarare “ troppo pochi 3-4 mila miliardi per una crisi così grave ” ha confermato lo sciopero generale del prossimo 12 dicembre.
Epifani, una persona moderata sia nel linguaggio che nella politica sottolinea fra l’altro che ''finalmente ho trovato Confindustria affermare un concetto molto simile al nostro, che occorre sostenere il lavoro dipendente, i pensionati e allargare ai precari gli ammortizzatori sociali''.In effetti i sei punti che la Cgil ha indicato alla base della sua piattaforma sono semplici e chiari:
1. Sostegno al reddito
2. Sostegno agli investimenti e politica industriale
3. Investimenti pubblici
4. Welfare e rafforzamento della coesione sociale
5. Immigrazione
Il documento che la Cgil ha approvato nei giorni scorsi all’Assemblea Nazionale dei suoi quadri evidenzia fra l’altro :
“Occupazione, lavoro, redditi, stato sociale, diritti e tutele richiedono una risposta da parte del governo che, superando limiti ed errori contenuti nella finanziaria, sia in grado di sostenere redditi da lavoro e da pensione, estendere le reti di protezione per i tanti che stanno perdendo il lavoro, a partire dai precari, riveda: i tagli nei settori pubblici, nella scuola e nell’università, e favorisca un piano straordinario di investimenti a partire dalla condizione del Mezzogiorno e dalle crisi industriali.
Di fronte ai problemi del Paese, il Governo ha il dovere di aprire un confronto serio e trasparente con le grandi forze di rappresentanza sociale. La scelta di non aprire questi tavoli, di sostituirli con incontri, più o meno riservati, che tendono a escludere i più, a partire dalla Cgil, e dalle altre associazioni di impresa, rappresenta un fatto di eccezionale gravità, proprio mentre tutto esige regole democratiche e trasparenti, di democrazia e rappresentatività sindacale.
Questo fatto, insieme, racchiude l’esistenza di una conseguente relazione tra lo stato del confronto sulla riforma del modello contrattuale e la volontà del Governo di dividere le Organizzazioni sindacali e premere in direzione di un accordo separato”.
Un sindacato quindi che va solo allo sciopero generale contro la politica economica del Governo e che non accetta le mediazioni , individuate al ribasso, di Cisl e UIL.
Ho partecipato all’attivo dei delegati della la Cgil Cremonese ha tenuto nei giorni scorsi e devo dire che il clima è stato battagliero, in un ambito di grande unità interna e forte nel rivendicare autonomia rispetto alle scelte di Cisl e Uil che sono considerate non in grado di difendere il potere di acquisto sia dei salari che delle pensioni e nemmeno garantire un percorso che possa far intravedere una strada di uscita di questa gravissima crisi mondiale che europea.
Non a caso la Cgil richiede
“A livello nazionale l’ urgente avvio di un tavolo “anticrisi”, coordinato dalla presidenza del Consiglio, sulle conseguenze della crisi, sulla tutela dell’occupazione e sulla politica dei redditi, con l’obiettivo di aumentare il reddito netto da lavoro e da pensione e l’istituzione di una cabina di regia tra governo e parti sociali per verificare lo stato di attuazione dei provvedimenti anticrisi che il nostro paese deciderà di adottare.
A livello europeo l’avvio di un piano d’azione comune per rilanciare la crescita e lo sviluppo ed un intervento sul versante dei redditi, della domanda interna e degli investimenti infrastrutturali.”
Una piattaforma quindi di lungo respiro che richiederebbe un grande sforzo unitario con Cisl e Uil e la costruzione di ampie alleanze sociali e politiche.
Chi mi conosce sa che ho sempre creduto e lavorato molto alla causa di un sindacalismo unitario ha. Oggi però ritengo che la Cgil faccia bene a mantenere in piedi questa iniziativa, non per ragioni strumentali, ma per ragioni profonde che debbono vedere la possibilità di costruire contro la politica economica di questo governo un forte movimento sociale , di persone in carne ed ossa.

La Cgil, o meglio i lavoratori ed i pensionati che essa rappresenta, non va lasciata sola. E’ necessario che si crei una rete di solidarietà sociale e politica molto ampia. Ed il PD dovrebbe, deve , essere in prima fila.

Gian Carlo Storti

Per saperne di piu’ clicca qui:

Mimmo Dolci, relazione attivo Cgil Cremona del 27 novembre 2008 ( 1° parte)

Mimmo Dolci, relazione attivo Cgil Cremona del 27 novembre 2008 ( 2° parte)

Nino Baseotto, intervento attivo Cgil Cremona del 27 novembre 2008 

 


       



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