15 Settembre, 2002
Adotta un nonno,ospita un nonno, un ragazzo e/o un extracomunitario ( di Gian Carlo Storti)
So bene che queste modeste osservazioni e proposte saranno dai più derise o considerate inattuabili o addirittura folli ma….
Adotta un nonno,ospita un nonno, un ragazzo
e/o un extracomunitario ( di Gian Carlo Storti)
So bene che queste modeste osservazioni e
proposte saranno dai più derise o considerate
inattuabili o addirittura folli ma….
L’evoluzione o l’involuzione della società
cerca di adeguare il welfare a nuovi assetti
culturali, sociali ed economici.
In condizioni di crisi economica poi questa
esigenza diventa più pressante. Le risorse
non sono infinite e questo vale in particolare
in una società che invecchia e che per reggersi
ha assoluta necessità di lavoratori e “ cittadini”
extracomunitari che oggi garantiscono la
crescita della natalità.
Tale contesto avrebbe bisogno di una società
più accogliente e solidale. Invece registriamo
dinamiche involutive e teorie sociali e politiche
che esaltano l’individualismo.
Per assistere gli anziani il nostro sistema
, fino a qualche anno or sono, la società
, quella lombarda in particolare, aveva individuato
nella casa di riposo uno sbocco socialmente
accettabile ed economicamente alla portata
di molti
Ora sia in ragione della crescita della vita
media degli anziani, con il conseguente aumento
dei non autosufficienti, che ai costi economici
del ricovero nelle RSA, che in ragione di
un diverso orientamento sociale, il sistema
si è stabilizzato sull’impiego massiccio
della figura della badante ( per alcuni aspetti
è desolante che questa figura sia solo femminile,
perpetuando così una secolare divisioni di
ruoli della funzione di cura ).
Figura spesso straniera, clandestina , sottopagata
e per alcuni aspetti classificabile in una
condizione sociale di semi-schiavitù.
Basti pensare che normalmente , quando l’assunzione
è regolare, essa prevede, per ragioni economiche
e previdenziali l’utilizzo ufficiale della
“ badante” per 20-30 ore settimanali rispetto
invece alla presenza nella famiglia dell’anziano
anche fino a 100 ore o più settimanali.
Altresì il sistema oggi non garantisce ai
pensionati , che oggi hanno oltre 70 anni,
valori pensionistici adeguati. Spesso questi
anziani autosufficienti vivono nelle vecchie
case che oggi risultano grandi e costose
ed a volte in condizioni di quasi povertà.
Gli studenti poi sono a volte obbligati a
vivere in coabitazione con altri a costi
elevatissimi. Lo stesso dicasi per “ cittadini”
extracomunitari, magari regolari, che non
trovano abitazioni da chiamare tali ed a
costi non commisurabili al salario percepito.
Necessitano quindi nuove politiche di welfare
attivo e comunitario che sia in grado di
cogliere queste nuove esigenze di una società
sempre più complessa ed atomizzata.
Sottopongo pertanto alla attenzione del lettore
alcune esperienze che vanno nella direzione
della ricerca di soluzioni nuove e che vedono
gli enti locali o lo stato non nella classica
posizione di “ gestore totalizzante” ma di
promotore e coordinatore di iniziative in
questo ambito.
Iniziativa “ Prendi in casa uno studente”
( un anziano, un extracomunitario )
Cito alcune esperienze:
Milano.
Lo dicono i dati del progetto “Prendi in
casa uno studente”, promosso dall'associazione
MeglioMilano in collaborazione con la Provincia
del capoluogo lombardo. Dal 2004, su oltre
240 convivenze avviate, ne sono state interrotte
soltanto 6 per incompatibilità. Le coppie
sono formate soprattutto da donne (91% dei
casi): 73 anni l’età media dell'ospitante,
22 della studentessa. Entrambe si incontrano
per il pasto serale, preparato e consumato
insieme; altri momenti di condivisione sono
le uscite per cinema o mostre e incontri
con i rispettivi familiari.
“GenerAzioni insieme”.
A Padova si sono mobilitati l'Asu (Associazione
studenti universitari) insieme al Sindacato
pensionati italiani, al Comune, all'Auser
e alla cooperativa AltreStrade, per l'iniziativa
di ospitalità anziani-studenti “Non più da
soli”, ritenendo che “i contrasti generazionali
di cui si discute sulla stampa siano, in
realtà, il frutto di una non abbastanza approfondita
riflessione e che, al contrario, terza età
e giovane generazione abbiano il desiderio
e la volontà (ma non lo spazio) di incontrarsi
e comunicare”. Negli anni il progetto è stato
ribattezzato significativamente “GenerAzioni
insieme”. E la Mutua studentesca ha “esportato”
l'idea anche a Siena, Roma, Bologna e Catania;
a Trieste il servizio, patrocinato dagli
Enti locali, ha previsto anche la supervisione
di uno psicologo. Iniziative analoghe anche
a Modena e Reggio Emilia e Firenze.
Tale iniziativa potrebbe essere calibrata
anche per i “cittadini”extracomunitari..ovviamente
regolari.
Gli enti locali poi potrebbero incentivare
la scelta di alcuni anziani di vivere assieme
nella stessa casa, magari partendo da persone
che hanno legami di parentela ecc. Questo
permetterebbe di ridurre le spese, di gestire
anziani con una assistenza domiciliare meno
costosa ecc.
Fonte : Da Focus - Anziani e studenti: saperi
a confronto
Adotta un nonno.
Belgio: il governo vallone propone l'adozione
degli anziani
Il governo vallone del Belgio ha lanciato
alle famiglie la proposta di adottare una
persona anziana a fronte di un contributo
di 1.000 Euro
Per cercare di risolvere il problema della
scarsità di posti nelle case di riposo, il
governo vallone del Belgio ha lanciato alle
famiglie la proposta di adottare una persona
anziana a fronte di un contributo di 1.000
Euro al mese. In pratica la proposta consisterebbe
in un vero e proprio contratto stipulato
tra la famiglia ospitante e l'anziano: la
prima si impegnerebbe ad accogliere la persona
anziana dedicandole cura e attenzione, assicurandosi
che sia sempre in buona salute e rispettando
le sue convinzioni religiose e politiche;
da parte sua invece l'anziano si impegnerebbe
a versare tutti i mesi i suddetti 1.000 Euro.
Un assistente sociale passerà poi regolarmente
in visita per assicurarsi che la convivenza
stia procedendo regolarmente.
fonte : Centro Maderna
Conclusione.
So bene che queste modeste osservazioni e
proposte saranno dai più derise o considerate
inattuabili o addirittura folli.
Ma non ho inventato nulla ho solo segnalato
esperienze concrete che si stanno sviluppando
qua e là sia in Italia che in giro per il
mondo.
Non sarebbe il caso che sia le forze di opposizione
( PD in particolare) alla attuale Giunta
Perri e le stesse forze di maggioranza inizino
a lavorare su queste nuove frontiere del
welfare?
Sicuramente nella nostra città si troverebbero
“ uomini e donne di buona volontà” ed associazioni
di volontariato pronte per lo meno a discuterne…
Perché non provare? A pensarci su non costa
nulla.
Gian Carlo Storti
 
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