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15 Settembre, 2002
Accordo Lavoro, Pensioni e Welfare. La parola passa ai lavoratori ed ai pensionati.( G.C.Storti)
L’accordo Sindacato-Governo del 23 luglio u.s. su Lavoro, Pensioni e Welfare passa al vaglio dei lavoratori e dei pensionati iscritti e non iscritti al sindacato.

Accordo Lavoro, Pensioni e Welfare. La parola passa ai lavoratori ed ai pensionati.
L’accordo Sindacato-Governo  del 23 luglio u.s. su Lavoro, Pensioni e Welfare passa al vaglio dei lavoratori e dei pensionati iscritti e non iscritti al sindacato. Una prova forte di democrazia.  Non è la prima volta che avviene un fatto di così straordinaria importanza. A mente l’ultima  consultazione  fu  tenuta nel 1995 sempre sulle pensioni. Allora i lavoratori ed i pensionati espressero il loro SI alla Riforma Dini  con  un percentuale superiore al 60% e parteciparono al voto in circa 4 milioni  400 mila. Anche allora l’opposizione era guidata dalla Fiom anche se a maggioranza si era espressa per SI all’accordo.
L’accordo sindacale  del ’95 che poi portò alla Riforma Dini dell’agosto  era frutto di una grande mobilitazione popolare  ( una grande manifestazione a Roma nel novembre ’94)  contro i provvedimenti pensionistici  assunti da Berlusconi che poi me provocò la caduta, abbandonato dalla Lega di Bossi,  nel dicembre dello stesso anno. Nacque il Governo Dini che negoziando con il sindacato, la Cgil era allora guidata da Sergio Cofferati,  portò all’intesa poi sottoposta a referendum fra i lavoratori ed i pensionati.
Questa intesa del 2007  è la prima, dopo anni, che affronta contemporaneamente i temi del lavoro, delle pensioni e del welfare.
Come viene detto in gergo questo è “un accordo acquisitivo per lavoratori,lavoratrici, pensionate e pensionati:dall’aumento delle pensioni contributive al sistema di rivalutazione delle pensioni, dalla profonda modifica dello “scalone” alla difesa delle pensioni a 60 anni per le donne, dalla salvaguardia dei lavori usuranti e dall’introduzione di continuità contributiva per i giovani, con una ridefinizione dei coefficienti che daranno certezza alla previdenza pubblica, all’avvio della riforma degli ammortizzatori sociali, dall’aumento dell’indennità di disoccupazione al mercato del lavoro”.
Fino al 6 ottobre Cgil-Cisl-Uil organizzeranno  le assemblee, dall’8 al 10 , in ogni luogo di lavoro, saranno organizzati i seggi per raccogliere il voto di tutti.
Dopo il no all'accordo del Comitato centrale della Fiom e il sostegno a questa posizione da parte di Rifondazione e dei Comunisti italiani, il numero uno della Cgil, Guglielmo Epifani ha chiesto ai partiti di "fare un passo indietro" sottolineando che "la parola sta a lavoratori e pensionati" che è bene facciano le loro riflessioni in autonomia. "La posizione della Fiom è fortemente minoritaria, legittima, ma tale secondo me da non rappresentare la maggioranza dei lavoratori e dei pensionati", afferma il sindacalista, mettendo in evidenza la necessità "di riscrivere la norma sui contratti a tempo determinato", che è stata "svuotata" nell'accordo sul welfare.
Siamo in una situazione paradossale.

Dopo anni si raggiunge un accordo che porta innegabili vantaggi sia ai lavoratori che ai pensionati ed una parte di mondo della sinistra non solo , pur legittimamente,  prende le distanze ma organizza una manifestazione nazionale il 20 di ottobre dopo che i lavoratori si sono già espressi.

Questo vuol dire farsi del male ed in qualche modo ripristinare il “ meccanismo della cinghia di trasmissione”.

E’ un errore che la politica interferisca sulle scelte del sindacato. Questo paese vive e si rilancia se si ritrova il senso generale delle cose da fare tramite il metodo del confronto e della concertazione. Il sindacato ha fatto una intesa, chiede ai lavoratori di pronunciarsi, lasciamolo dunque fare. Lasciamo che operi con i suoi strumenti, con le sue modalità.

Epifani infine suona un campanello d’allarme. “Nelle  fabbriche -dice- è forte il malessere verso la “ politica”. I sindacalisti locali raccontano che, a volte, nelle assemblee parte l’attacco alla “ casta dei politici”, ai loro privilegi. Sicuramente il clima è difficile, teso,  per chi fa fatica ad arrivare alla fine del mese. Il qualunquismo, il VAFFA, è sempre dietro l’angolo. Per questo è necessaria un’azione forte di recupero alle cose positive, alle conquiste concrete.

Sarà poco aver dimezzato lo “ scalone” di Maroni di due anni.

Sarà poco garantire ai pensionati 300 euro in piu’ all’anno.

Sarà poco aver introdotto norme che tendono a favorire i giovani.

Sarà poco ottenere nella finanziaria un abbattimento dell’ICI ecc.

Certamente  le dinamiche “ globalizzate”  del vivere sociale spingono nella direzione del “ tutto e subito”.

Rischiamo di avvitarci  su noi stessi , di non vedere la strada che ci può portare fuori da questa situazione di “ pesante depressione collettiva” , rischiamo in sostanza di “ buttare via oltre all’acqua sporca anche il bambino”.

Per questo è  necessario, per il futuro, che a questo referendum indetto dai sindacati prevalga il SI.

storti@welfareitalia.it

 

Cremona 29 settembre 2007

 


       



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