15 Settembre, 2002
PANDINO E IL SUO CASTELLO
La prima notizia documentata su Pandino risale al 1144
PANDINO E IL SUO CASTELLO
La prima notizia documentata su Pandino risale
al 1144, quando la chiesa parrocchiale risultava
dipendere da quella di S. Sigismondo di Rivolta
d'Adda. A quell'epoca dunque il nostro paese
doveva essere di scarsa importanza, con un
territorio caratterizzato da una preminenza
di boschi, inframmezzati da pascoli e qualche
vigna.
Ciò che rende unico il nostro castello è
il fatto di essere il meglio conservato tra
tutte le costruzioni viscontee del XIV secolo.
Venne fatto erigere dal signore di Milano
Bernabò Visconti e dalla moglie, Regina della
Scala, intorno al 1355 come residenza di
campagna per la caccia, grande passione del
signore; la zona di Pandino, con i suoi boschi
ricchi di selvaggina, era perfetto per questo
scopo. La costruzione ha la forma tipica
dei castelli di pianura dell'epoca: pianta
quadrata con quattro torri angolari, cortile
interno con porticato scandito da archi acuti
e loggiato superiore. All'esterno sono visibili
le numerose finestre, monofore al piano terra,
in origine destinato alla servitù, bifore
al piano superiore, riservato ai nobili.
Il lato est del piano inferiore era originalmente
aperto come una sorta di secondo porticato,
ed era adibito a salone dei banchetti.
Il castello nel '300 fu completamente decorato
in ogni suo spazio, persino nella stalla
oggi occupata dalla biblioteca. Le pitture
del castello erano costituite da svariate
forme geometriche, tarsie a imitazione del
marmo e alcune figure umane. Nelle forme
geometriche trovarono posto gli stemmi della
famiglia: il biscione visconteo, la scala
stemma dei signori di Verona, l'impresa personale
di Bernabò. Gli stemmi sono ripetuti ovunque,
quasi per ammonire chiunque entri nel castello
della potenza dei signori di Milano.
Tra i pochi dipinti con figure umane si distinguono
S.Antonio abate a S.Cristoforo, dipinti ai
lati dell'ex salone dei banchetti per proteggere
il primo dalla peste e il secondo dalle morti
improvvise.; purtroppo, nel corso del '400
si rese necessario aggiungere ad ogni angolo
del porticato degli arconi di rinforzo, che
sono andati a coprire in parte il S. Antonio
e del tutto il S.Cristoforo.
La decorazione più interessante di tutto
il castello si trova in un salone del piano
superiore, sulle cui pareti è stato raffigurato
un porticato visto in profondità, con un
effetto di sfondamento della parete.
Nel 1385, Bernabò Visconti viene imprigionato
prima a Milano poi a Trezzo d'Adda dal nipote,
Gian Galeazzo Visconti, che diventa così
il nuovo signore di Milano e il nuovo proprietario
del castello di Pandino. Morto Gian Galeazzo
nel 1402, lo stato di Milano entra in crisi
e varie città si ribellano; anche nel nostro
territorio si verificano fatti simili, e
la famiglia cremasca dei Benzoni proclama
la propria signoria su Pandino e Crema. Questa
situazione prosegue fino al 1423, quando
il secondogenito di Gian Galeazzo, Filippo
Maria Visconti, rimette insieme una parte
del ducato milanese e si riappropria anche
di Pandino e di Crema.
Filippo Maria è l'ultimo dei Visconti, e
dopo la sua morte il ducato passò nelle mani
del genero Francesco Sforza, nel 1450. Il
castello di Pandino era stato dato dal Visconti
in feudo alla famiglia dei Sanseverino, che
passarono a servire gli Sforza.
Negli anni successivi, tuttavia, i Sanseverino
si rivelarono feudatari scomodi, così furono
tolti loro castelli e terre; Pandino divenne
quindi contea per uno dei figli dello Sforza,
Ludovico il Moro, che vi governò dal 1469
al 1477. In seguito castello e feudo tornarono
nelle mani dei Sanseverino, per essere poi
acquistati nel 1552 dalla famiglia d'Adda,
i cui eredi mantennero questa proprietà fino
al 1947, anno della vendita del castello
al Comune di Pandino.
Nel corso del XV secolo furono aggiunti ai
due ingressi del castello due torrioni di
difesa, poiché in quell'epoca il nostro territorio
si trovava a ridosso del confine Milano-
Venezia. Munire meglio un il castello non
bastò a fermare i veneziani, che lo conquistarono
due volte ma lo occuparono per pochi anni,
tra il 1446-48 e il 1500-1509.
Nell' '800 i d'Adda affittarono il maniero
ad alcuni contadini, che un po' alla volta
lo trasformarono in una grande cascina, utilizzando
delle sale del piano alto come filatoio della
seta. Sempre a quel periodo risale la demolizione
del lato occidentale della costruzione, che
portò anche alla distruzione quasi integra
delle due torri di quel lato.
Con il passaggio del castello all'amministrazione
comunale si pose mano al recupero della struttura.
Si iniziò con il rifacimento dell'ala ovest,
attuato anche con l'utilizzo di materiale
ricavato dalla distruzione di vecchie case
del paese; la ricostruzione di questo lato
terminò nel 1958, e nei "nuovi"
locali trovarono sede gli uffici municipali.
Tra gli anni '60- '70 del XX secolo sono
invece restaurati gli spazi dei restanti
lati, seguendo un metodo di tipo conservativo
che porta al ripristino delle originali pitture
trecentesche, coperte da intonaco nel XVII
secolo. Solo una stanza è stata restaurata
in modo integrativo, con evidenti coloriture
moderne. Per quanto riguarda pavimenti e
soffitti, vennero tutti rifatti durante il
'600 per il problema delle infiltrazioni
d'acqua; la pavimentazione originale è visibile
solo sulla scaletta che dal piano inferiore
porta a quello superiore.
Attualmente nel castello si trovano il municipio,
la biblioteca comunale e il convitto della
scuola casearia, che a breve si trasferirà
in una struttura nuova.
INFORMAZIONI PER IL TURISTA
Il Castello Visconteo di Pandino è visitabile
in qualsiasi periodo dell'anno. Da Febbraio
a Novembre è presente una guida ogni Domenica.
Negli altri mesi - e nei giorni feriali -
la guida è disponibile su prenotazione.
Per prenotare rivolgersi alla Biblioteca
Comunale (tel. 0373 973313 fax 0373 970056)
o alla Pro Loco (tel. 0373 920410).
Sono disponibili le seguenti opzioni di visita:
- Visita al Castello Visconteo: € 2 a persona
per comitive di adulti, offerta libera per
singoli o piccoli gruppi
- Visita al Castello Visconteo + centro storico:
€ 3 a persona
- VIsita al Castello Visconteo + giro delle
frazioni + assaggio formaggi Scuola Casearia
di Pandino: € 5 a persona
- Visita per scolaresche: € 1 ad alunno
- VIsita per scolaresche + laboratorio didattico:
€ 2 ad alunno
I laboratori didattici riguardano la figura
del cavaliere medievale, con l'evoluzione
di armi e armamento, e l'abbigliamento del
Trecento, studiato su abiti dell'epoca riprodotti
appositamente. Quest'ultimo laboratorio è
adatto anche per le comitive di adulti.
I prezzi indicati comprendono ingresso e
costo della guida, fornita dalla Pro Loco,
che accompagna il gruppo per tutto l'itinerario
prescelto, eventuale laboratorio compreso
Per saperne di più vai al sito del Comune
di Pandino http://www.comune.pandino.cr.it/index.asp
 
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