La scelta del nostro sindacato e dell’Auser di realizzare il momento
conclusivo dei Giochi di Liberetà sulla motonave si è dimostrata felice.
Infatti, è stato possibile realizzare al meglio sia i momenti di gioco (le
finali della gara di carte) e di incontro (il festeggiamento di alcuni dei
dirigenti sindacali e politici “storici” del movimento cremonese dei
lavoratori), sia il rapporto con l’ambiente naturale e “culturale” del
nostro grande fiume.
La motonave ha portato duecentodieci persone, da Viadana ai tre laghi di
Mantova, alla visita della città. La mattinata ha avuto come momento centrale,
oltre alla gara di briscola, quella che non vogliamo chiamare “cerimonia”,
per non tradire il clima di familiarità, di commosso incontro, ma “festeggiamento”
dei nostri cari compagni. Dopo l’introduzione di Franco Squerti, segretario
generale dello Spi provinciale, che ha colto l’occasione per focalizzare i
significato dei dieci anni dei Giochi di Liberetà e alcuni temi politici di
grande attualità, Beppe Mametti ha illustrato il senso del riconoscimento dei
“personaggi” festeggiati. Già la motivazione della targa-ricordo dello Spi
e dell’Auser lo illustra in modo chiaro: “In uno dei momenti più critici
e delicati della nostra storia, la testimonianza e la feconda dedizione ai
valori della democrazia e alla causa dei lavoratori di… sono ancora un
riferimento prezioso per la nostra funzione nella società”.
Si è trattato di un evento di grande coinvolgimento. E non ci poteva essere
migliore conclusione della lettura di “Giano” Chiappani di una delle sue
belle poesie in dialetto, dedicata alla terza età…
Per motivi di salute, non è stato presente Renzo Antoniazzi, grande
dirigente sindacale, senatore per varie legislature (sarà festeggiato nel
prossimo Direttivo dello Spi).
Dopo il pranzo, com’era ovvio, il paesaggio l’ha fatto da padrone. Il
capitano della nave ha efficacemente illustrato e commentato i principali motivi
paesaggisti, storici, naturalistici offerti dal Po, con le sue mille “offerte”
di coinvolgimento, con il suo intreccio di motivi naturalistici e umani, il suo
passato, il suo presente e le sue prospettive, oggi più che mai affidate alla
cura, alla responsabilità e alle scelte della collettività.
Una breve visita alla città di Mantova ha concluso l’intensa giornata.
Festeggiati i nostri compagni : non solo memoria storica…
Pietro Azzini
Classe 1920, operaio
Dal 1946 ha svolto un’intensa e concreta attività sindacale, collaborando
con i componenti sia della Commissione Interna sia, poi, con il Consiglio di
Fabbrica della Latteria Soresinese. Andato in pensione, ha avviato una costante
collaborazione volontaria con la Spi, che prosegue a tutt’oggi alla età di 84
anni, anche come membro del direttivo della Lega di Soresina. Il suo impegno è
sempre stato caratterizzato dalla generosità disinteressata, operando ogni
qualvolta l’organizzazione ha avuto bisogno di lui.
Giovanni Chiappani (Giano).
Classe 1920, salariato agricolo
Nel 1946, dopo sette anni di vita militare trascorsi in Sardegna e in
Jugoslavia, ha iniziato l’attività di sindacalista. Dal 1947 è nella
Segreteria della Federbraccianti cremonesi, assumendo un ruolo centrale nelle
lotte per i diritti dei lavoratori delle nostre campagne, nel drammatico periodo
dell’immediato dopoguerra. Dal 1957 ricopre la carica di Segretario Generale
della Federbraccianti e dal 1959 è Segretario Generale della Camera del Lavoro
di Cremona. Dal 1970 è eletto per due legislature consigliere alla Regione
Lombardia per il Pci. E’ poi consigliere provinciale Giovanni è anche un
apprezzato poeta dialettale.
Franco Dolci
Classe1925, garzone fornaio
Aderisce giovanissimo al Pci nell’immediato dopoguerra. Nel 48,
responsabile della organizzazione della Camera del Lavoro, subì anche una
condanna a 18 mesi per le note lotte agrarie del tempo. Nel 1949 è Segretario
della Federazione giovanile dei comunisti italiani. Dal 1961 avvia una lunga
esperienza nella cooperazione arrivando fino alla presidenza della Federcoop.
Nel 1970 ricopre la carica di Segretario della Federazione del Pci cremonese, e
nel 1975 assume la carica di Presidente della Provincia di Cremona. Da otto anni
collabora con l’Anpi. Sollecitato da molti amici, ha recentemente pubblicato
un bellissimo libro, “Cronache del fiume e delle golene” (presentato su
questo giornale).
Enrico Fogliazza (Kiro)
Classe 1920, muratore,
“Nato e cresciuto in un mondo di gente povera”, come dice di sé, ha
fatto il muratore, il fornaio, il fattorino e infine l’impiegato di banca.
Alle armi nel 1942, nel maggio del 1944 diventa partigiano della 17° Brigata
Garibaldi, in valle Susa, nella quale divenne Commissario Politico. E’ alla
direzione della Confederterra di Cremona e dal 1952 è responsabile della
Federbraccianti, guidandola nelle lotte per la giusta causa nelle disdette e per
i consigli di cascina. Dal 1953 è stato per due legislature deputato del Pci.
Per diverse tornate è consigliere al Comune di Cremona e alla Provincia, per la
quale fu anche assessore all’agricoltura dal 1975 al 1980. Oltre ad attività
tese a testimoniare i valori della Resistenza, ha scritto libri, il più recente
dei quali, “Ricordi”, abbiamo presentato nell’ultimo numero del giornale.
Lorenzo Magarini
Classe1921, direttore didattico
Laureatosi in filosofia, è stato insegnante e direttore didattico a Cremona.
Consigliere comunale al suo paese d’origine, S. Bassano, a Cremona è stato
presidente delle Ipab e dell’Aem. Ha sempre collaborato con la Cgil, prima nel
sindacato Scuola e poi nello Spi, dove è stato anche componente del comitato
direttivo. Collabora con impegno all’Università della Terza Età, con l’Adafa
e con l’Università Popolare della Liberetà della Cgil. Ha pubblicato negli
ultimi mesi il libro “Ritratti di politici cremonesi dell’Otto-Novecento”
(vedi presentazione su questo numero).
Francesca Marazzi (Cechi)
Classe 1928, operaia
A 14 anni va a fare la mondariso in Lomellina. Nel 1944 entra all’Everest.
Dentro la fabbrica, attivista della Cgil, si espone alla reazione aziendale..
Nel 1952 la distribuzione non autorizzata di volantini gli costerà due giorni
di carcere. Sarà lei l’animatrice della gara di solidarietà per sostenere le
spese processuali di Mussa dopo il licenziamento. Nel 1960 è eletta nel
Consiglio comunale di Crema e nel 1968 è chiamata a fare parte del Comitato
Centrale del Pci nazionale. E’ inoltre protagonista nella battaglia per la
parità dei diritti tra uomini e donne. Nel 1976 è la prima donna a essere la
carica di Segretario della federazione del Pci a Crema. Tornerà a fare il
consigliere comunale a Crema fino al 1985; è ora presidente del Comitato
Unitario per l’Ordine Democratico.
Angelo Mussa
Classe 1929, operaio
Nel 1943, a soli 14 anni entra alla Everest. Negli anni 50 per la sua
attività sindacale per la Fiom Cgil, in fabbrica è controllato a vista. Nel
1952 sconta due giorni di carcere per la distribuzione non autorizzata di
volantini davanti alla fabbrica. Nel 1957 è licenziato in tronco con l’accusa
infamante di avere divulgato segreti dell’azienda, accusa dalla quale dopo due
anni venne assolto dal tribunale. In questo periodo, è segretario Fiom fino al
1970, quando sarà responsabile della Flm. Dal 1970 al 1975 è consigliere
comunale a Crema, nelle liste del Pci e dal 1980 al 1990 consigliere
provinciale.
Giuseppe Rossi
Classe 1924, commerciante.
Partecipa alla Resistenza nelle brigate di Giustizia e Libertà operanti in
Val Lavagna. Per il Psi, è eletto consigliere al Comune di Casalmaggiore nel
1960. Nel 1966 è segretario della locale sezione del Psi, e poi sarà
segretario nella fase di unificazione. Dal 1967 è consigliere alle Opere Pie
“Conte Busi”, e dal 1971 al 1982 ne è presidente. Nel 1975 è tra i
fondatori del circolo Turati di Casalmaggiore. Dal 1988 al 1992 farà parte del
Comitato di Gestione dell’Ussl 50/52. Per 40 anni è stato Presidente dell’Anpi
e coordinatore di diverse associazioni combattentistiche, e dal 1993 al 2001 ha
fatto il segretario di Lega e in seguito il presidente dell’Auser, sempre di
Casalmaggiore.