15 Settembre, 2002
Gita a Cremona di M. Negri
Quest' anno è il 60° anniversario della Liberazione e l' acquisto del
Cari amici di Welfare Cremona,
con una premessa tutta estiva - cercare una
alternativa locale a un
soggiorno in montagna purtroppo sfumato -
Sabato 23 luglio 2005
sono andato in gita familiare a Cremona con
l' obiettivo primario
di far conoscere a Claudia, mia figlia, nove
anni appena compiuti,
la città da un punto di osservazione peculiare,
il torrazzo, meta
turistica d' eccezione.
Abitiamo a Casalmaggiore e nei 40 km che
ci separano dal
capoluogo di provincia, lungo la Via Giuseppina,
poco trafficata
in coincidenza del fine settimana ormai vacanziero,
è confortante
notare la vastità della campagna e la diffusione
delle aziende agricole.
Sono tante le coltivazioni diversificate
e vari gli allevamenti
di bestiame, entrambe risorse importanti
di questo fiorente ramo
dell' economia cremonese. Pure dal punto
di vista paesaggistico
il verde dei terreni e delle piante pare
in armonia coi pochi, tranquilli
paesi che punteggiano il tragitto.
Arrivati, parcheggiamo la macchina non distante
dal centro, nei pressi
del giardino di "Porta Mosa" che,
da tempo, mi proponevo di vedere.
L' area è delimitata da antiche mura e le
zone ombreggiate donano
una piacevole frescura. Mi sento, però, di
consigliare all' Amministrazione
una maggiore cura nella pulizia del percorso
pedonale
per rendere ancora più accogliente questo
prezioso spazio pubblico.
Usciti dal parco, dieci minuti di cammino
e siamo in Piazza del Comune,
senza enfasi, una delle cornici più belle
d' Italia.
Spiccano il duomo e il torrazzo col suo orologio
astronomico.
Il battistero e il Palazzo Comunale completano,
degnamente, il quadro.
Come detto, lo scopo della visita odierna
è la veduta dall' alto della
città per cui saliamo, piano piano, i gradini
che ci conducono in cima
al torrazzo, alto 112,5 metri.
Il cielo è limpido, spira una lieve brezza
e il panorama desta il nostro
entusiasmo. Rifletto, osservo e riosservo
la città di sotto e mi pervade
un moto di serenità accompagnato da un pizzico
di nostalgia.
Riconosco i luoghi amati e il pensiero corre
alle volte in cui, più giovane,
fantasticavo di venirci ad abitare un giorno,
a Cremona,
per contribuire, niente di meno, al suo buon
governo.
In particolare, ricerco e trovo Palazzo Cittanova
e la memoria va alla
partecipazione a convegni politici o a seminari
economici organizzati
puntualmente, ogni anno, dal Centro di Studi
Aziendali e Amministrativi
diretto dal Prof. Luigi Masserini. Momenti
di formazione che ricordo
con gratitudine.
Poi, si sa, la vita prende pieghe diverse,
le illusioni cambiano o
svaniscono e subentra, con la maturità, una
nuova consapevolezza.
Mi ritrovo, pertanto, a osservare con lenti
diverse che colorano
d' azzurro, come il cielo di oggi, il senso
di appartenenza a questi luoghi.
Vedo il fiume Po che scorre adagio sul fianco
della città e lo stadio
Zini in cui la neo-promossa "Cremo"
disputerà il prossimo campionato
di serie B. Mi soffermo pure sulla Galleria
XXV Aprile coi suoi negozi
e sul Teatro Ponchielli, fiore all' occhiello
per prosa e concerti.
Non lontano dal duomo scorgo pure il bianco
minareto della moschea
che testimonia l' avvento della, per certi
versi pigra, realtà cremonese
nell' età multiculturale.
E poi tanti bei tetti, loggette, balconi
fioriti, chiese e piazze, tutti
segni inequivocabili di una certa qualità
della vita che, del resto, si
respira pure passeggiando per le vie della
città.
Scesi dal torrazzo, una rapida occhiata alle
bancarelle del mercato e,
giunti in Piazza Stradivari, notiamo la statua
in bronzo raffigurante,
per l' appunto, Antonio Stradivari che consegna
idealmente un violino
a un bambino, opera dello scultore Floriano
Bodini.
E' uno dei simboli di Cremona che vanta pure
una "Scuola internazionale di
liuteria" che, assieme alla "Collezione
di Strumenti
ad Arco di Palazzo Comunale", proiettano
nel futuro la nobile tradizione.
Sono le tredici passate. A giudicare dai
menu esposti le Osterie del centro
custodiscono l' arte culinaria locale ma,
per questa trasferta,
preferiamo uno spuntino più leggero in un
bar-enoteca vicino ai
giardini di Piazza Roma. Una musica soft
Anni 70 allieta la sosta.
Nel pomeriggio, approfittando dei saldi,
compriamo qualche capo
di abbigliamento e, prima che faccia sera,
facciamo tappa alla
"Libreria del convegno" in Corso
Campi. Sfogliamo qualche libro.
Claudia s' avvede subito della sezione dedicata
ai bambini mentre io
dico a mia moglie che la scrittrice Antonella
Boralevi, nella sua rubrica
di corrispondenza su Donna Moderna, consiglia
spesso ai lettori di
recarsi in libreria a scopo terapeutico,
per capire meglio se stessi
"vivendo le vite degli altri",
dentro ai romanzi.
Prima di uscire m' imbatto in Italo Calvino,
Il sentiero dei nidi di ragno,
Einaudi con, sulla quarta di copertina, le
poche righe di Cesare Pavese :
"L' astuzia di Calvino, scoiattolo della
penna, è stata questa,
d' arrampicarsi sulle piante, più per gioco
che per paura, e osservare
la vita partigiana, come una favola del bosco,
clamorosa, variopinta,
diversa".
Quest' anno è il 60° anniversario della Liberazione
e l' acquisto del
libro ci sembra il suggello ideale di questa
nostra gita a Cremona.
Cordiali saluti
Massimo Negri - Casalmaggiore (CR)
 
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