15 Settembre, 2002
Quale futuro per i giovani italiani? di G.C.storti
I giovani esprimono il desiderio di uscire dalla famiglia di origine e di formarne una propria.

I giovani esprimono il desiderio di uscire dalla famiglia di
origine e di formarne una propria.
Solo che le
condizioni economiche non lo permettono.
Una ragazza cremonese, che per imparare bene l’inglese , è
stata un anno a Londra , parlando delle cose che piu’ l’ha colpita ha colto pienamente nel segno ,
confermandolo, ciò che sembra dire il rapporto di fine giugno dell’Istat,
"Strutture familiari e opinioni su famiglia e figli".
Infatti, mi ha detto questa ragazza, che le famiglie,
spronano i figli ad uscire di casa. Danno loro una piccola dote , li aiutano a
trovare una stanza od una casa in condivisione con altri, ospitandoli al
massimo nella casa di origine nei fine settimana.
Questi giovani che escono di casa, hanno pochi soldi, la
maggior parte è senza automobile e solo circa la metà di loro , pensate
pensate, ha il telefonino. Incredibile non vi pare.
Anche se studiano, o alle scuole superiori o all’università
fanno qualche lavoretto. Lavorano nei pub, nei supermercati, dai lavamacchine,
insomma dove capita, ad ore , ma versando la previdenza e si mantengono così.
Questi giovani poi si ritrovano, alla sera o di notte, nelle lavanderie
automatiche e si lavano così i loro panni, il piu’ delle volte poi li indossano
senza stirarli. Mangiano panini, cibi già pronti, insomma si arrangiano e
magari al sabato sera si fanno due o tre birre in piu’.
Attenzione non parliamo di ragazzi dei quartieri diseredati
e periferici di Londra. Ma di figli di famiglie normali, come le nostre.
Insomma questi giovani
inglesi imparano prima “ la vita”..A volte, mi raccontava sempre questa
ragazza, scelgono la convivenza con un’altra persona anche solo per dividere le
spese e cambiano “ moroso” o “ morosa” molto in fretta, nel giro di qualche
settimana.
Così crescono i nuovi inglesi. Come saranno? Chissà. Vedremo
fra qualche anno.
Resta il fatto che da noi avviene tutto il contrario. Si
esce di casa sempre piu’ tardi.. Avete in mente quello spot di “Ballarò” ? Ecco
da l’idea esatta di quello che sta avvenendo da noi. Nel nostro bel paese.
Ma veniamo al rapporto dell’Istat.
Il rapporto di fine giugno, evidenzia come un numero
rilevante di giovani esprimano il desiderio di uscire dalla famiglia di origine
e di formarne una propria, se solo le condizioni economiche lo permettessero.
In Italia, il welfare pubblico è sempre stato poco generoso verso i giovani e
la spesa sociale è sempre di più assorbita dalla spesa previdenziale.
La situazione dei giovani italiani è peggiorata negli ultimi
anni ed è attualmente una delle meno favorevoli nel mondo occidentale.
Riassumiamo alcuni dati in proposito: messi tutti in fila forniscono un
ritratto impressionante della difficile condizione delle più giovani
generazioni.
Iniziamo con la prima fase, quella del conclusione del
percorso formativo e l’accesso al primo impiego. Ebbene, nella fascia d’età
20-25 anni solo poco più del 40 per cento degli italiani ha una occupazione,
contro il 60 per cento nel complesso degli altri grandi paesi europei. Tra i 25
e i 30 anni sono occupati tre giovani su quattro negli altri paesi contro i due
su tre in Italia.
Il Rapporto annuale Istat appena pubblicato (www.istat.it)
aggiorna ulteriormente il quadro. Anche in termini relativi, rispetto
all’occupazione adulta, la situazione dei giovani italiani risulta
particolarmente svantaggiata. Il differenziale tra occupazione della fascia
20-29 rispetto a quella 30-54 anni è pari a circa 20 punti percentuali, ed è
tra i più elevati in Europa. Inoltre, tra i paesi con valori più alti di tale
differenziale, l’Italia è quella con maggiore disoccupazione giovanile (vicina
al 10 per cento). Ma non è tutto. Dopo le difficoltà di riuscire a trovare il
primo lavoro, ci si trova con salari di ingresso tra i più bassi. Secondo i
dati Echp il reddito medio dei giovani italiani occupati di età 25-30 anni è
quasi la metà rispetto ai coetanei inglesi, e del 50 per cento più basso
rispetto ai pari età francesi e tedeschi.
Le condizioni dei giovani sono andate progressivamente
peggiorando nel tempo, con conseguente accentuazione del processo di permanenza
nella casa dei genitori e rinvio dei tempi di formazione di una propria
famiglia.
Che farà il nuovo Governo?
Ma, non sono ottimista. Fino ad oggi ha affidato alla
Meandri un Ministero,senza portafoglio, abbinando lo sport alle politiche
giovanili. Come se i giovani dovessero solo praticare sport.
Si tratta di compiere scelte concrete, precise. E’
necessaria una “ rivoluzione copernicana”.
Oggi il welfare nostrano investe non sulla famiglia ma su una parte di
essa, la piu’ anziana. Le pensioni che il sistema previdenziale garantisce
sono ancora molto elevate rispetto al resto dell’Europa.
Pensate come sarebbe bello aumentare agli anziani i servizi
, diminuendo loro le pensioni per finanziare così un sistema di welfare che
premi i giovani che escono di casa, che si trovano un lavoro, che aprono una
attività, che si sposano , che convivono, che fanno figli. Pensate oggi come
sono i nostri giardini pubblici. Pochi bambini e molti anziani. Pensate come
sarebbe bello invece giardini pubblici con molti anziani e tanti tanti bambini
che schiamazzano. Insomma il futuro di un paese lo si misura anche dal vociare
che proviene dalle strade e dalle piazze.
storti@welfareitalia.it
cremona 22 luglio 2006
 
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