15 Settembre, 2002
«Il cittadino deve sapere, per scegliere»
Un marchio obbligatorio per merci extraeuropee: voto del Consiglio Provinciale
Un marchio obbligatorio di origine dei prodotti importati da paesi
extra-europei . Lo vuole a larga maggioranza il consiglio provinciale, che ieri
ha votato una mozione che chiede in tal senso un intervento normativo
dell'Unione Europea, con l'impegno di fare arrivare merci italiane e straniere
prodotte nel rispetto dei diritti dei lavoratori, della salute e dell'ambiente e
senza utilizzo di manodopera minorile. La mozione di indirizzo è stata
confezionata dai consiglieri Renato Ancorotti di Forza Italia e Andrea Ladina
dei Verdi ed è stata votata con un integrazione di Cesare Mainardi (Ds), in cui
si stigmatizza la questione del lavoro minorile ("presente anche in Italia: sono
180 mila i minori usati contro la legge, fenomeno spesso collegato alla
contraffazione che toglie 270 mila posti di lavoro regolari - ha detto -".
Respinta invece dal consiglio la richiesta di Mainardi di integrare il testo con
la richiesta al governo italiano di emanare un provvedimento legislativo che
obblighi le aziende che commerciano prodotti marchio made in Italy a dichiarare
che la loro realizzazione è avvenuta nelle fabbriche italiane.
Più incisiva per Ancorotti l'esigenza di stigmatizzare chi produce con regole
diverse rispetto all'Italia e all'Europa. "Il primo modo per difendersi dal made
in Italy è quello di garantire la tracciabilità dei prodotti. Il consumatore
deve avere il diritto/dovere di conoscere per scegliere". A fare la
differenza secondo il consigliere di Forza Italia il modo diverso di produrre.
"Rispetto della sicurezza dei lavoratori sul luogo di lavoro, utilizzo di
materie non tossiche, rispetto di orari, riposi, ferie e malattie, d'intesa,
doverosamente, con il Sindacato". "In Italia le leggi ci sono e vengono
rispettate, in altri paesi extraeuropei, a partire dalla Cina, le cose vanno
diversamente". "Esistono - ha aggiunto - 250 mila bambini al lavoro, i cittadini
devono farsi carico di scegliere consapevolmente, sapendo da dove arrivano le
merci". Ladina ha posto l'accento sulle condizioni ambientali di lavoro delle
persone, sul benessere animale e sull'importanza di "produrre nel rispetto
dell'ambiente". Pierfranco Patrini (Udc) ha ricordato come la Provincia già
lavora per promuovere acquisti verdi e acquisti solidali. Giuseppe Redegalli (Fi),
contestava il fatto che sono già le leggi in Italia a condannare il lavoro
minorile.
La mozione votata infine a maggioranza (19 favorevoli, 2 no di Mainardi e
Superti e 2 astensioni Bruschi e Galmozzi) rinvia alla commissione europea la
decisione definita cruciale per operatori economici, consumatori e associazioni
di introdurre un marchio obbligatorio.
 
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