15 Settembre, 2002
Terremoto in Abruzzo. Un’altra Italia sfora il video. di Gian Carlo Storti
Anche i funerali sono stati diversi. Fra le vittime vi erano anche cittadini di fede islamica che la cerimonia ha colto amplificando in televisione l’immagine che ormai anche il nostro paese è un paese non solo multietnico ma anche multi religioso.
Terremoto in Abruzzo. Un’altra Italia sfora
il video. di Gian Carlo Storti
Anche i funerali sono stati diversi. Fra
le vittime vi erano anche cittadini di fede
islamica che la cerimonia ha colto amplificando
in televisione l’immagine che ormai anche
il nostro paese è un paese non solo multietnico
ma anche multi religioso.
Il violento territorio in Abruzzo con i suoi
300 morti ed i 30 mila sfollati ci ha fatto
scoprire un’altra Italia.
L’Italia delle ronde, degli stupri, dei rumeni
da scacciare, del razzismo, delle lotte politiche
cruente è sparita dalla TV.
Ha preso il sopravvento l’Italia della solidarietà
e dell’unità.
Per tutti valgono le parole del Presidente
della Repubblica Giorgi Napolitano “ la responsabilità
è di tutti”.
E’ tutto il paese responsabile dei fatti
disastrosi di Abruzzo. L’incuria, le furbizie
nell’aggirare il rispetto delle norme, il
malaffare.
Però in questi giorni esce un’Italia diversa.
Un’Italia che si muove in coesione, che organizza
i suoi volontari, che si fa il “ mea culpa”,
che si appresta a riprogettare il futuro.
Centinaia di migliaia sono le iniziative
di solidarietà che nascono come i funghi.
Dai piccoli ai grandi centri partono iniziative
a volte anonime ma tutte egualmente importanti.
E le iniziative che nascono sono di associazioni
sia religiose che laiche , di gruppi che
sono orientati politicamente sia verso il
centro destra che il centro sinistra.
Finalmente in televisione , oltre alle immagini
strazianti del terremoto e dei funerali,
si sentono voci e si vedono volti che non
sprizzano piu’ odio e paura per gli immigrati
romeni del quartiere. Gli anatemi del Ministro
Maroni contri gli immigrati ed a favore delle
ronde, sono stati annullati da una fiumana
di dichiarazioni di persone semplici che
spiegano le motivazioni del loro impegno
ed il senso della loro presenza in quei campi
di solidarietà e di ripresa della vita.
Anche i giornali e la TV sembrano , sono
diversi. Bucano il video storie di solidarietà,
di umana sofferenze di spietate autocritiche
su come si è lavorato nel passato senza rispettare
le norme, nel pensare che avrebbero vinto
i “furbi” e che le loro malefatte non sarebbero
mai state scoperte.
Sarà difficile che questi “ furbi” paghino
. Ma una cosa è certa di quei morti tutti
portiamo un pezzettino di responsabilità.
Anche coloro che non hanno denunciato od
ignorato o taciuto sono responsabili.
Vi è bisogno di una riflessione collettiva
e generale che riunifichi gli intenti e ripensi
al futuro.
Abbiamo anche scoperto che la nostra struttura
della protezione civile funziona e che ha
mostrato poche crepe. E questo non è un elemento
da poco in un paese che appare a volte al
disastro più totale su diversi fronti.
Anche la politica ha attenuato gli scontri
ed i toni sempre molto aspri.
In questi giorni abbiamo sentito dichiarazioni,
sia da parte della maggioranza che dell’opposizione
di reciproca disponibilità alla collaborazione
nazionale.
Insomma forse è possibile una svolta dell’atteggiamento
culturale e sociale sia delle istituzione
che di tutta la società.
E’ necessario però vigilare affinché le norme
attuative delle leggi antisismiche non siano
di nuovo rinviate. E’ necessario nelle ricostruzione
ascoltare le popolazioni evitando due eccessi:
da un lato “ il conservatorismo” e dall’altro
“ il nuovismo”.
Va trovato un equilibrio facendo in modo
che le popolazioni non vengano sradicate
dal loro territorio e possano ricostruire
le loro comunità e mantenere e sviluppare
le loro tradizioni.
Insomma da questa tragedia può uscire un
nuovo paese più solidale.
Facciamo in modo quindi che gli anatemi in
TV del Ministro Maroni contro i diversi siano
sostituiti non solo da appelli alla solidarietà,
ma alla illustrazione di progetti di solidarietà
che permettano di vedere il futuro.
Del resto anche i funerali sono stati diversi.
Fra le vittime vi erano anche cittadini di
fede islamica che la cerimonia ha colto amplificando
in televisione che ormai anche il nostro
paese è un paese non solo multietnico ma
anche multi religioso.
Certamente il nostro Presidente del Consiglio
ha trovato il modo di mettersi in luce da
solo, fuori dal coro. Ha partecipato ai funerali
stando con i parenti ed i congiunti delle
vittime ed ha messo a disposizione dei terremotati
le sue case.
Bene speriamo che metta a disposizione del
Paese anche la sua disponibilità al dialogo
ed al confronto e che si renda conto che
questa Italia, quando vuole, è più avanti
dei suoi governanti.
Gian Carlo Storti
storti@welfareitalia.it
Cremona 11 aprile 2009.
 
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