15 Settembre, 2002
Che senso avrebbe ricordare...per il gusto di ricordare? di Giorgino Carnevali
Le coscienze posson nuovamente esser sedotte ed oscuratementre le memorie,in sempiterna saecula, van salvaguardate.
CHE SENSO AVREBBE RICORDARE…PER IL GUSTO
DI RICORDARE?
(Un uomo saggio disse una volta: “Quando
arrivi all’ultima pagina…chiudi il libro”)
Esimio direttore, vò ad introdurre l’argomento con un lampo
di poesia.
PER NON DIMENTICARE MAI
Se comprendere è impossibile, conoscere è
necessario,
cui prodest,oh Salini,Schiavi e Borghetti,
tutto ‘sto calvario?
Le coscienze posson nuovamente esser sedotte
ed oscuratementre le memorie,in sempiterna saecula,
van salvaguardate.
Oltre modo grave, vergognosa, inaccettabile,
inqualificabile, avulsa da qualsivoglia GESTO
DEMOCRATICO (la qual cosa mi preoccupa assai)
la decisione assunta dall’Amministrazione
Provinciale di Cremona di cancellare, di
punto in bianco, il Comitato per la Difesa
della Democrazia, ancor che gli interessanti
e didattici Viaggi della Memoria. Inconsistenti
poi le motivazioni addotte. Per tantissimi
giovani delle nostre scuole quell’esperienza
era servita a responsabilizzarli, soprattutto
a far prendere coscienza ed a farli riflettere
che, sulle drammatiche conseguenze di quelle
discriminazioni, può nascere in loro la ferma
determinazione ad impegnarsi per un domani
migliore, un futuro di pace, duraturo. Ma
anche a far crescere e maturare un’etica
di responsabilità individuale e collettiva,
volta al rispetto ed alla salvaguardia degli
altrui diritti e delle altrui dignità. E
la risposta l’ho avuta personalmente da un
recente viaggio effettuato in Germania. Tra le innumerevoli, meravigliose località
che la Baviera ti offre (incontrastata rassegna
di paesaggi vari e di un’incredibile ricchezza
culturale: cattedrali, chiese, castelli,
giardini, fiumi, colli, secoli di storia e di arte), mi sono sentito
in dovere di visitare, alle porte di Monaco di Baviera, Dachau.
Orrenda, ripugnante, stomachevole la visita
a quell’allucinante “lager” nel quale furono
internati migliaia e migliaia di prigionieri.
Impressionante poi il numero dei morti: più
di 30.000. Un autentico carneficina! E quale
assurda esperienza si prova dentro a quel
campo di concentramento! Là, sola là l’uomo di buona volontà “HA TANTO
DI CHE RIFLETTERE”! Permettetemi dunque di
concludere, direttore, con un auspicio: che
il Comitato per la Difesa e lo Sviluppo della
Democrazia rimanga “IN SEMPITERNA SAECULA”
e mai venga meno alla sua missione principe.
E film memorabili quali “Il diario di Anna
Frank”, piuttosto che “Shinderlist (La lista
di Shinder)” e “La vita è bella” (l’Oscar
planetario di Benigni) non possono non farci
riflettere, soprattutto non possono non scandalizzarci.
Vò a chiudere con un universale grido d’allarme
(e di dolore): “Considerate! Se questo è
un uomo… che lavora nel fango, che non conosce
la pace, che lotta per un tozzo di pane,
che muore per un si e per un no, considerate
se questa è una donna, senza capelli e senza
nome, senza più forza di ricordare, vuoti
gli occhi e freddo il grembo, come una rana
d’inverno. Meditate che questo E’ STATO (E’
SUCCESSO)! Vi comando queste parole: scolpitele
nel vostro cuore, stando in casa, andando
per via, ripetetele ai vostri figli….”(P.
Levi).
giorgino carnevali
 
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