15 Settembre, 2002
No agli errori ed ai disastri della destra. Si alla scuola di tutti e di ciascuno
Bologna, Sabato 11 gennaio 2003; Ulivo - Assemblea nazionale sulla scuola
La proposta del Ministro Moratti di riforma della scuola ed i tagli alle risorse finanziarie e di personale, già decisi a partire dal prossimo anno scolastico, stanno colpendo la scuola pubblica italiana mettendone a rischio il ruolo fondamentale per l'educazione e la formazione degli studenti e per lo sviluppo sociale del Paese.
Il disegno della destra di governo è quello di smantellare un innovativo processo riformatore che i governi dell'Ulivo e del centrosinistra avevano avviato nella precedente legislatura.
Un processo non facile e complesso che, in ogni caso, aveva l'indubbio valore di tendere a potenziare e a rinnovare la scuola italiana,adeguandola a
moderni parametri europei, mettendola al centro della crescita di una avanzata società basata sul valore strategico dei saperi e delle diverse consoscenze di tutti, per tutti.
Il governo intende ridurre le risorse per la scuola pubblica, pensa ad un servizio d'istruzione minimale, non investe sui cervelli, crea disuguaglianze e alla lunga impoverirà il Paese.
Con la legge Finanziaria 2002 il governo ha voluto tagliare 8.500 cattedre per l'anno scolastico 2002-2003, prevede ulteriori riduzioni di 12 mila cattedre nel 2003-2004 e ben altre 36 mila nel 2004-2005.
Già con questi numeri e a fronte dell'aumento delle natalità e delle conseguenti iscrizioni , la scuola pubblica rischierà il collasso.
Meno insegnanti significa meno ore e materie di insegnamento, meno sostegni agli alunni portatori di handicap, meno sostegni all'integrazione, meno autonomia ed innovazione didattica.
Il Ministro Moratti ha presentato una proposta di legge di "riforma" che prevede:
- il superamento dell'obbligo scolastico, come diritto - dovere all'istruzione fino ai 15 anni di età, sostituito da un aleatorio obbligo formativo;
- l'affossamento dell'autonomia scolastica con l'introduzione di un neo-centralismo regionale e statale;
- l'accesso anticipato alle scuole d'infanzia ed elementare che non rispetta i processi di sviluppo psico-fisico dei bambini;
- il mantenimento della separazione tra scuola elementare e media (unico caso in Europa) negando la continuità educativa, curricolare, di integrazione e collaborazione formativa come prospetta l'attuale formazione universitaria degli insegnanti e come prevede la più avanzata pedagogia contemporanea;
- la riduzione del tempo-scuola e della complessiva offerta di istruzione della scuola di base, mettendo a rischio l'insegnamento a moduli alle elementari (con l'introduzione dell'insegnante "prevalente": quasi un ritorno all'insegnante unico), le scuole a tempo pieno, i tempi prolungati ed i rientri pomeridiani alle medie inferiori;
- l'introduzione di una netta e precoce separazione tra istruzione liceale (statale) e formazione professionale (regionale) mediante l'istituzione di un percorso duale nella scuola secondaria e di una scelta anticipata ai 12-13 anni da parte dei ragazzi e delle loro famiglie.
"Meno scuola per tutti" è la definizione che meglio si addice alle scelte del governo.
Un sistema di istruzione e formazione ridotto, che produrrà vecchie e nuove discriminazioni tra studenti con maggiori capacità e migliori condizioni socio-economiche e studenti con maggiori difficoltà nell'apprendere e peggiori condizioni sociali.
L'Ulivo si batte, in Parlamento e nel Paese, per contrastare la proposta Moratti e le scelte del governo contrarie all'interesse della scuola pubblica ed invita gli insegnanti, i diversi operatori della scuola, le famiglie, gli studenti a denunciare, autonomamente, i pericoli di questo grave ritorno al passato che mette a rischio il progresso sociale e civile del nostro Paese.
 
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