15 Settembre, 2002
Ho visto nascere il Partito Democratico ( Gian Carlo Storti)
Ecco alcune riflessioni in libertà sui due protagonisti principali: Romano Prodi e Walter Veltroni.
Ho visto nascere il Partito Democratico (
Gian Carlo Storti)
Ho partecipato sabato scorso ( il 27 ottobre
a Milano ) alla Assemblea Costituente Nazionale
per la nascita del Partito Democratico. Ecco
alcune riflessioni in libertà sui due protagonisti
principali: Romano Prodi e Walter Veltroni.
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Romano Prodi.
Un Prodi combattivo e determinato ha aperto
la Costituente del Partito Democratico e
proclamato Walter Veltroni suo segretario.
La giornata di oggi è un “ primo inizio”
, “ verso un paese- ha detto Prodi- piu’
moderno e piu’ europeo che sappia parlare a tutti i cittadini e che ne valorizzi il
ruolo riconoscendone i diritti di cittadinanza”.
Nel suo intervento di apertura Romano Prodi
ha rivendicato a se stesso, allo stesso Veltroni
ed a altri il merito della progenitura. Una
lunga strada durata ben dodici anni che hanno
attraversato la storia di questo paese con
vicende alterne.
Quando ha ringraziato Piero Fassino la platea
è esplosa , alzandosi in piedi , in un fragoroso
e lungo applauso. Non ha ringraziato Francesco
Rutelli che i corridoi della fiera davano
per “rattristato”.
Prodi ha ricordato le tappe di questa lunga
strada, le difficoltà e la prima svolta con
quelle primarie che lo avevano acclamato
leader dell’Unione solo due anni or sono.
“Una esperienza , quelle delle primarie,
ha continuato Prodi, che è unica in europa e nel mondo. E’ questa
scelta è il DNA del nuovo partito”.
Il premier ha poi, non solo difeso, l’operato
del suo governo ma prospettato un percorso
che vada oltre le difficoltà del momento.
Insomma un Prodi non rassegnato ma impegnato
a difendere il suo Governo , a contribuire
alle riforme istituzionali ed ad una nuova
legge elettorale.
Un Prodi non spaventato dal fatto che il
Governo è stato battuto sette volte su quattrocento
, un Prodi che intende traghettare il paese
verso una nuova transizione che dia maggiore
stabilità al paese.
Una platea molto attenta e molto calda che
spesso interrotto Prodi con applausi fragorosi.
Walter Veltroni
Walter Veltroni è commosso ma rilassato.
Romano Prodi lo ha appena proclamato 1° Segretario
Nazionale del Partito Democratico. Un entusiasmante
applauso lo accompagna al podio.
Attacca con grinta. Evidenzia subito che
la platea è composta dal 50% di donne.” Una
scelta da confermare- continua- anche per
il futuro. Tutti i gruppi dirigenti del PD
dovranno infatti essere costituite dal 50%
di donne”. Una ovazione chiude questa frase.
Il taglio è sferzante, positivo l’approccio. Non pare
il “buonista” che dicono ma un leader forte che da alla
platea gli indirizzi che si aspetta.
Ecco alcuni messaggi che ha lanciato e che diventano
, di fatto, i punti fondanti del nuovo PD:
-le primarie dovranno essere lo strumento
con il quale scegliere tutti i dirigenti
del PD e gli amministratori;
-il partito non deve limitarsi agli iscritti
ma rivolgersi,organizzare i cittadini.
Sono sufficienti questi tre punti, le donne,
le primarie ed un partito di cittadini per
delineare una forza politica nuova che non
ha riscontri in europa e nel mondo.
Sul Governo nessun cedimento o resa. E’ un
insulto al paese andare alle elezioni con
questa legge elettorale.
L’attuale Governo Prodi non va solo difeso ma sostenuto lealmente. Un forte
richiamo agli alleati lo mette in stretta
sintonia con l’interevento di Prodi.
Espone il suo pensiero sulle riforme istituzionali.
Anche in questo passaggio si trova in perfetta
sintonia con Romano:
-diminuzione secca dei parlamentari
-senato federale
-fiducia costruttiva.
Strumenti che debbono consentire a chi vince le elezioni
di governare.
Sulla legge elettorale il ragionamento è
chiaro. Parte con l’affermare che la sua preferenza è il sistema Costituzionale
ed elettorale del doppio turno alla francese.
Ma dice questo sistema non è possibile oggi
nel nostro paese e quindi è necessario trovare
in parlamento una intesa che partendo da
alcuni principi sia in grado di sbloccare
la fase di stallo nella quale siamo.
Infine la politica delle alleanze.
Risulta abbastanza chiaro che punta ad una
nuova forza politica che sia in grado di
allargare ai repubblicani storici,all’area socialista,
alla sinistra democratica ed alle migliaia
di associazioni di volontariato che operano
quotidianamente sul territorio.
Non parla delle nuove alleanze elettorali.
Ma fa capire che si tratta di costruire un
percorso che possa vedere il partito democratico
in competizione anche da solo.
Chiude parlando di innovazione e si rivolge
a quelle fasce deboli del mondo del lavoro
e della società che oggi sono indifese.
Una grande ovazione chiude la sua prima relazione.
Conclusioni.
Insomma una bella giornata per la democrazia.
Qualcuno di voi dirà che non sono credibile
essendo io “ partigiano del PD”. Ebbene si
sono partigiano ma non di parte.
Buon lavoro quindi ai costituenti del PD.
storti@welfareitalia.it
 
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