15 Settembre, 2002 Urgente bloccare prezzi e tariffe Aumentare anche il potere di acquisto di salari e pensioni - Interviene Francesco Zilioli, Presidente Federconsumatori Cremona
Federconsumatori è dal 2002 che denuncia il peggioramento del potere di acquisto e quindi delle condizioni di vita delle famiglie italiane.
Come non ricordare, che a causa di una gestione superficiale della cambio lira/euro che permise anomalie e speculazioni nel mercato e producendo un lauto aumento di prezzi e tariffe e di una errata politica economica, si determinò un forte squilibrio che tuttora permane nella distribuzione del reddito nel nostro Paese.
Infatti una cifra consistente pari a 70 miliardi di euro quasi il 5% del PIL, fu trasferita da parte delle famiglie a reddito fisso ad altri strati sociali alimentando rendite e bolle speculative e provocando così ulteriori ricadute negative sui cittadini, come ad esempio l’aumento clamoroso del prezzo di acquisto degli appartamenti e soprattutto degli affitti.
Tutto questo ha impoverito il Paese e di ciò se ne è accorta anche l’Istat, con cui polemizziamo da tempo e a cui abbiamo peraltro chiesto studi in merito alle ricadute inflattive su redditi più bassi che hanno panieri differenziati e quindi penalizzati degli aumenti dei prezzi dei beni di largo consumo.
Si tratta perciò di correre ai ripari attuando urgentemente una manovra molto forte di redistribuzione del reddito a favore delle fasce meno abbienti della nostra società sia accelerando i processi di modernizzazione del Paese e sia bloccando tariffe e riducendo i prezzi e congelando le rate dei mutui a tasso variabile. Ed inoltre mettendo in atto la chiusura positiva dei rinnovi contrattuali così come giustamente rivendicato dal sindacato e di diminuire fortemente il carico fiscale dei percettori di reddito fisso in particolare dei pensionati che hanno visto rivalutare le loro pensioni di un ridicolo 1.6 in percentuale a causa della formalizzazione del tasso di inflazione nel 2007 dell’1.8 che invece Federconsumatori considera ben maggiore considerando quale è in paniere della famiglie dei lavoratori e pensionati.