15 Settembre, 2002
Tagli ai trasferimenti erariali
Oltre 200 Comuni lombardi e quattro capoluoghi (Milano, Bergamo, Cremona e Lodi) hanno presentato ricorso al Tar promosso da ANCI
Sono oltre duecento i Comuni lombardi - tra cui i capoluoghi di provincia di Milano, Bergamo, Cremona e Lodi - che hanno aderito al ricorso amministrativo dell’ANCI contro il taglio ai trasferimenti erariali. A livello lombardo i Comuni sono così suddivisi nelle varie province: Milano 31, Bergamo 24, Brescia 29, Como 24, Cremona 15, Lecco 13, Lodi 16, Mantova 10, Pavia 18, Sondrio 11, Varese 16.
Il ricorso tende a ottenere l’annullamento del provvedimento con il quale il Ministero dell’Interno ha disposto la riduzione dei contributi ordinari anno 2007 in favore dei Comuni.
“Si tratta di un ricorso – sottolinea il Presidente di ANCI Lombardia Lorenzo Guerini - sostenuto dall’intero sistema delle Autonomie locali, perché intende censurare la procedura, affatto legittima, con cui l’Autorità centrale, con decisioni arbitrarie e non concertate, ha drasticamente ed immotivatamente ridotto i trasferimenti ordinari per i Comuni, senza alcuna corrispondenza con il presunto maggior gettito ICI derivante dalle operazioni di riclassificazione previste dal d.l. 262/06. E non è cosa di poco conto, se è vero che il minor introito per il solo Comune di Milano è di 22 milioni, che la scure dei tagli si è abbattuta in maniera generalizzata e che i Comuni medi e piccoli non stanno certo meglio”. “ANCI Lombardia, prima ancora dell’entrata in vigore di questa norma – rileva ancora il Presidente di ANCI Lombardia - ne aveva denunciato i rischi: si sono svolti vari incontri in sede tecnica e politica anche a livello nazionale volti alla ricerca di un’adeguata soluzione al problema. Purtroppo tale soluzione sin qui non è stata trovata. Per l’anno 2008 si profila una situazione analoga, ma addirittura ancora più pesante dal punto di vista dell’impatto finanziario, in quanto si prevede un taglio ai trasferimenti pari ad oltre 1 miliardo di euro per effetto del decreto sopra citato e delle disposizioni relative ai “costi della politica” contenute nella Finanziaria 2008. Il Parlamento ha approvato un ordine del giorno che riconosce le nostre ragioni e impegna il Governo a provvedere. Purtroppo con la crisi di Governo tutto si è fermato. La nostra richiesta pressante è che, qualsiasi Governo ci sia, la situazione venga risolta nei prossimi giorni”.
 
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