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15 Settembre, 2002
La posizione dell'Ulivo sulla trasformazione delle IPAB.
Entro il 30 settembre p.v. le Ipab ed i Comuni della Lombardia dovranno decidere le modalità della loro trasformazione a seguito della legge regionale di recente approvata dalla maggioranza di centro destra con il voto negativo del centro sinistra.

Alla Stampa Locale.

In allegato si trasmette il documento dell'Ulivo Cremonese e Cremasco sulla trasformazione delle IPAB redatto nella riunione del 19 giugno u.s.

Si è deciso inoltre,di organizzare due incontri .

Uno con il partito della Rifondazione Comunista ed uno con le Segreterie Generali di Cgil-Cisl-Uil.

Tali incontri, da fissare in date ravvicinate, oltre ai segretari dei partiti, vedranno la partecipazione di Maura Ruggeri,Daniela Polenghi, Riccardo Piccioni ed i portavoce Pier Angela Miglio e Sergio Trapoattoni dei coordinamenti Cremonese e Cremasco dell'Ulivo .

Quanto prima saranno comunicate le date.

Cordialissimi saluti.

A disposizione per chiarimenti.

per Commissione Welfare-Sanità
Ulivo Cremona
Gian Carlo Storti
-----------------------------------------

Documento Ulivo Cremonese e Cremasco sulla trasformazione delle IPAB redatto nella riunione del 19 giugno ‘03



Trasformazione delle IPAB in ASP o in Fondazioni.


E’ utile ricordare che l’ipotesi di trasformazione delle IPAB o in Fondazioni o in Azienda di Servizi alla Persona ( ASP) è posta dalla legge 328/2000 ( Riforma dell’Assistenza o meglio nota come legge Turco) che demandava alla Regione la successiva regolamentazione, come necessità centrale di un processo di profonda trasformazione dello stato sociale che riconosce al territorio ed ai comuni la centralità delle scelte sulle politiche a sostegno della non autosufficienza e per una rete integrata dei servizi.

Trasformazione delle IPAB in ASP.


Entro il 30 settembre p.v. le Ipab ed i Comuni della Lombardia dovranno decidere le modalità della loro trasformazione a seguito della legge regionale di recente approvata dalla maggioranza di centro destra con il voto negativo del centro sinistra.

La proposta di legge iniziale della Giunta Regionale è stata fortemente cambiata; la maggioranza è anche andata in crisi ed in particolare su un punto delicatissimo: il ruolo dei Comuni nella gestione delle ex IPAB. In effetti il disegno originario della Giunta Regionale era chiaro: integrare le IPAB nel sistema regionale delle politiche assistenziali espropriando i Comuni non solo delle politiche ma anche dei patrimonio.
La Giunta , per la trasformazione da IPAB in ASP prevedeva in effetti non solo nomina della maggioranza del CdA, ma anche del Presidente, del Direttore Generale e un forte ruolo dell’ASL di controllo sulle scelte sociali dell’Azienda.
In sostanza la Regione delineava una azienda non in rete con altre aziende e controllate dall’Assessorato Regionale. Un forte processo di centralizzazione quindi tipico di questa maggioranza politica.
Il ruolo dei comuni completamente annullato.
Le battaglie degli stessi Comuni, dell’Anci, della Lega delle Autonomie Locali ed in Consiglio di tutta l’opposizione del centro sinistra e dell’Ulivo hanno ottenuto forti cambiamenti:
-la maggioranza del CdA è ancora territoriale;
-il Presidente è espressione del solo consiglio;
-il direttore è nominato dal CdA;
-il ruolo di controllo è attenuato ecc.

Tuttavia questa legge regionale, confrontata con quella di altre regioni, svilisce lo spirito iniziale della Legge 328/200.

E’ opinione dell’Ulivo che la scelta dell’ASP sarebbe stata assolutamente auspicabile ed opportuna se i contenuti della legge fossero stati congrui alle linee guida del Decreto Ministeriale n. 207, applicativo della legge 328.

Come è avvenuto in altre regioni dove nella trasformazione da IPAB ad ASP esaltano il ruolo del Comune e mettendolo al centro del processo di riorganizzazione. La Regione è sullo sfondo e incentiva il coordinamento di politiche di integrazione socio-sanitaria..

Invece in Lombardia la Regione compie scelte precise: da una lato smantella l’integrazione socio sanitaria e dall’altra mortifica il ruolo dei Comuni intervenendo nella gestione diretta delle ASP che , diventano di fatto aziende strumentali regionali.

Ovvero solo formalmente le ASP rimangono nell’area pubblica, di fatto il regime è privatizzato con l’aggravante che scelte e prospettive sono tolte ai Comuni ed affidate alle politiche della Giunta Regionale

Del resto,purtroppo, la legge finanziaria del governo Berlusconi, pone, alle ASP, limiti forti di spesa che porteranno ad una prevedibile contrazione dei servizi.

Trasformazione delle IPAB in Fondazioni.

Sia la legge nazionale che regionale prevedono la possibilità delle IPAB di trasformarsi in Fondazioni.
La Fondazione :
1^ vedrà l’intero C.d.A. nominato dal Comune con le modalità definite nelle tavole fondative ed il suo patrimonio rimanga a livello territoriale; quindi consente all’ente locale la possibilità di integrare questa struttura con il sistema socio-sanitario;
2^potrà partecipare ad iniziative ed a aziende di piu’ ampio respiro territoriale ( ad esempio SPA di servizi) e quindi entrare in relazione con il nuovo che avanza, con le necessità di meglio raccordare le politiche della domanda con quelle dell’offerta dei servizi;
3^avrà alleggerita la sua struttura decisionale e non subirà pesanti controlli “ politici” da parte di un ente lontano come la Regione, ma dovrà esclusivamente rispondere al Comune;
4^potrà aprirsi, a pieno titolo, alle strutture di volontariato sempre piu’ fondamentali in una struttura a rete;
5^ sarà una struttura leggera sul piano burocratico che risponde ad un solo committente, il Comune, che appunto la utilizzerà per metterla in rete sui servizi.



Il trattamento del personale sia nelle ASP che nelle Fondazioni.


Problemi particolari non esistono in quanto, la stessa legge regionale -su forte pressione del sindacato Cgil-Cisl-Uil e dell’opposizione di centro sinistra - mantiene lo stato giuridico in atto anche per le fondazioni allo stesso identico modo che per le ASP. Il personale, in servizio e quello di nuova assunzione manterrà il contratto oggi in essere ( sanità ed enti locali) garantendo quindi lo stesso livello dei diritti oggi in essere.



Che fare?

L’Ulivo Cremonese e Cremasco non ritengono utile politicamente indicare una scelta univoca o per le ASP o per la Fondazione.

Ogni IPAB, ogni comunità locale sceglierà la soluzione che ritiene migliore, sia per l’oggi che per il futuro. Riteniamo però che si debba rimarcare che la scelta di addivenire alla Fondazione, non è e non può essere letta come la scelta “ brutale “ della privatizzazione. Essa è legittima quanto l’altra e permette di esaltare il ruolo dei comuni rispetto a scelte di centralizzazione della regione.

In questa sede politica è necessario ribadire che per l’Ulivo Cremonese e Cremasco , i problemi che nasceranno dall’una o dall’altra scelta dovranno essere affrontati, per quanto riguarda i servizi ed il personale, con grande serenità e con lo spirito di garantire per l’oggi e per il futuro una rafforzamento dei servizi alla persona.

E’ necessario comunque che, ove venga attuata la scelta della Fondazione,gli Statuti garantiscano la maggioranza degli Enti Locali nei consigli di amministrazione e l’impegno a garantire anche per il futuro le attuali condizioni contrattuali dei lavoratori.

Lo Statuto inoltre dovrebbe prevedere il principio della separazione fra indirizzo e gestione,le linee quadro sulle modalità di assunzione del personale e le modalità regolamentari per l’acquisto di beni e servizi.

Ora la scelta fra Fondazione ed ASP va vista in rapporto agli obiettivi generali che si intendono perseguire sul terreno dell’assistenza e della integrazione dei servizi mettendo al centro del sistema la persona e non il modello organizzativo.

Se danni sono stati fatti in questi anni dai modelli organizzativi sono proprio riferititi al fatto che la persona, come depositari di diritti, non è mai stata al centro dei processi di riorganizzazione.

Sulla trasformazione delle IPAB è da evitare un dibattito ideologico. Non corrisponde al vero l’affermazione che spesso si sente, che la Fondazione ,intesa come privatizzazione, abbasserebbe i servizi agli utenti ed i diritti dei lavoratori, mentre la ASP, rimanendo nell’area pubblica aumenterebbe i servizi ed i diritti dei lavoratori. Nella scelta vanno messi sul piatto sia gli interessi degli utenti, dei cittadini, dei lavoratori che delle comunità locali.

In tale contesto, come affermano Cgil-Cisl-Uil della Provincia di Cremona -nel loro documento del 9 giugno u.s.- “ non è la forma giuridica che garantisce il raggiungimento dell’obiettivo di una migliore efficienza,efficacia,economicità e qualità della gestione, ma diventa obbligatoriamente necessario concentrasi su un diverso modello gestionale ed organizzativo che mantenga nella sfera pubblica la responsabilità della programmazione e dell’indirizzo e del controllo”…

L’Ulivo Cremonese e Cremasco confida che il dibattito rimanga al merito delle questioni . L’obiettivo è quello di fornire ai cittadini il sistema di servizi meglio integrato a livello locale.

L’Ulivo Cremonese e Cremasco intendono lavorare perché ci sia un confronto sereno,produttivo e non preclusivo con il mondo del lavoro che salvaguardi i diritti dei lavoratori e perché si dia sviluppo alla rete dei servizi locali mettendo al centro i diritti della persona.

Se non si compiranno scelte innovative è sempre piu’ probabile uno scenario che, per colpa delle scelte della Regione Lombardia potrebbe portare il sistema al collasso.

L’Ulivo Cremonese e Cremasco apprezzano la scelta di Cgil-Cisl-Uil di ritenere non “ piu’ rinviabile la costituzione di un fondo per la non autosufficienza” e condividono il giudizio espresso sul percorso che porterà il Comune di Cremona a costituire una SpA dei Servizi alla Persona.

In questa fase delicata necessita un clima di sereno confronto che anteponga gli interessi generali delle comunità e che permetta di far uscire il sistema socio-assistenziale locale da una crisi, che perdurando, grazie alle scelte errate di politica sociale della regione Lombardia rischia di portarlo al collasso.

Cremona 19 giugno 2003

 


       



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