15 Settembre, 2002
Cremona. Città d’arte e della musica. Cinque percorsi per scoprire la nostra città
Ma la nostra città la conosciamo? Ormai facciamo tutto di fretta..Prendiamoci qualche ora , camminiamo e godiamoci questi itinerari.
Cremona. Città d’arte e della musica. Cinque
percorsi per scoprire la nostra città
Ma la nostra città la conosciamo? Ormai facciamo
tutto di fretta..Prendiamoci qualche ora
, camminiamo e godiamoci questi itinerari.
Momenti di storia
218 a.C. I Romani decidono di fondare la città che
nasce, insieme alla colonia gemella di
Piacenza, come testa di ponte sulla sponda
"nemica" del fiume Po, nel territorio
dei Galli
Cenomani.
148 a.C. Al nome del console Spurio Postumio Albino
si collega la costruzione della via
Postumia (da Genova ad Aquileia), vero e
proprio strumento di romanizzazione della
Cisalpina; Cremona, attraversata dalla Postumia
e bagnata dalle acque del Po, sfruttò a
pieno questa favorevole posizione trasformandosi,
ben presto, in una delle principali città
romane della Valpadana.
69 d.C. A seguito della guerra civile, scoppiata
alla morte di Nerone, tre generali si
contesero il potere imperiale: Otone, sconfitto
da Vitellio che, rifugiatosi in Cremona,
fu a
sua volta vinto da Vespasiano il quale mise
a ferro e fuoco la città.
603 Con l’invasione dei Longobardi il re Agilulfo
conquistò la città, dopo un assedio durato
ben trentaquattro anni, e solo sotto Liutprando
essa tornò a popolarsi, ma divisa in due
nuclei: la città vecchia, entro le mura romane,
e la città nuova, aggregatasi attorno a
palazzo Cittanova ed alla chiesa di Sant’Agata.
1098 Con la nascita del Libero Comune, ebbe inizio
per Cremona un periodo di grande
espansione politica, come città imperiale
fedele alleata del Barbarossa e di Federico
II, e
di crescita economica, grazie alla lavorazione
dei panni di fustagno, largamente esportati
per via fluviale.
1334 Dopo alcuni, falliti tentativi di instaurare
una Signoria, la città entrò nell’orbita
della
vicino Milano e, con un formale atto, si
sottomise ad Azzone Visconti anche se la
dominazione viscontea diventerà stabile solo
nel 1420, all’epoca di Filippo Maria Visconti.
1441 Il 25 ottobre, nella piccola chiesa extraurbana
di San Sigismondo, si celebrarono le
nozze di Bianca Maria Visconti, ultima erede
della casata, con Francesco Sforza, iniziatore
della dinastia sforzesca, e dopo poco iniziò
una profonda trasformazione della città
secondo i nuovi canoni rinascimentali.
1535 Alla morte dell’ultimo Sforza, Francesco
II, Cremona entrò rapidamente nell’area
d’influenza spagnola come testimonia la solenne
visita compiuta alla città da Carlo V nel
1541, ma, ai primi segni di regresso politico
ed economico, si accompagnò l’affermarsi
di
una importante tradizione musicale preannunciata
nel 1567 dalla nascita del grande
Claudio Monteverdi.
1644 Con la nascita di Antonio Stradivari la liuteria
cremonese, già famosa in Europa
grazie alla famiglia degli Amati,raggiunse
il suo apice collegando indissolubilmente
il nome
di Cremona all’arte liutaria in generale
ed al violino in particolare, una tradizione
che ancor
oggi vi rifulge.
1707 Dopo 170 anni di dominazione spagnola Cremona
entrò a far parte dei possedimenti
austriaci conoscendo il governo illuminato
di Maria Teresa e di Giuseppe II, ma anche
la
massiccia conversione agricola della sua
struttura socio-economica che in gran parte
ancora si conserva.
Percorso 1
La città romana e altomedievale
Il centro storico di Cremona mantiene in
pianta l’antico impianto urbano romano delineato
dall’incrocio a perpendicolo dei due principali
assi viari, il cardo (gli attuali corso Campi,
via
Verdi e via Monteverdi) ed il decumano (corso
Cavour, via Cavvallotti e via Jacini). Quasi
allo sbocco in piazza del Comune, è stato
riportato alla luce, in via Solferino, un
tratto di
basolato di uno dei cardi minori. Tracce
della città romana, in particolare dei preziosi
pavimenti musivi che decoravano alcune domus
di un quartiere residenziale dell’epoca,
collocato tra le attuali vie Cadolini, Anguissola,
Plasio ed il lato est di piazza Roma, sono,
invece, visibili nei locali della Banca del
Monte di via Guarneri del Gesù e nelle cantine
della scuola elementare "Capra Plasio".
Il resto della città romana è in parte ancora
coperto dalla città attuale, ma importanti
reperti
epigrafici, musivi e statuari sono visitabili
sia nella sezione archeologica del Museo
Civico, in corso di ristrutturazione, sia,
su richiesta, nel laboratorio di restauro
allestito
nella ex basilica di San Lorenzo in via Gerolamo
da Cremona, eretta nel X sec. sul sito
di un’antica necropoli, in stretta prossimità
dell’antico tracciato della via Postumia.
A breve distanza, sempre su via Gerolamo
da Cremona, prospetta il fianco della più
antica
chiesa cittadina, San Michele Vetere, di
probabile fondazione longobarda (sec. VII-VIII),
ma ampiamente rimaneggiata nel XII secolo.
Percorso 2
La Città Medievale
Piazza del Comune, maggior vanto artistico
della città, è l’esemplificazione
dell’importante ruolo svolto da Cremona nell’epoca
medievale. Prospetta sulla piazza il
Torrazzo, possente torre merlata di 111 metri
edificata in due momenti, ante 1267 la torre
quadrata e tra il 1284 ed il 1305 il coronamento
ottagonale. Ad esso si affianca il Duomo,
esempio di architettura romanica-lombarda,
iniziato nel 1107, danneggiato da un
terremoto nel 1117 e consacrato nel 1196;
in facciata spicca, oltre al protiro duecentesco
ornato dal fregio dei Mesi di scuola antelamica,
dalle statue dell’Assunta (a cui è intitolata
la chiesa), dei patroni cittadini (i santi
Imerio ed Omobono) di M. Romano (1310), il
rosone
di G. Porrata (1274). Un breve periplo permette
di apprezzare il transetto nord, su via
Boccaccino, del 1228, il complesso absidale
ed il transetto sud del 1342. Nell’interno
degni
di nota sono il ciclo d’affreschi della navata
centrale (Storie di Marie e di Gesù), realizzato
tra il 1514 ed il 1522 da B. Boccaccino,
G.F. Bembo, A. Melone, G. Romanino e dal
Pordenone, il coro ligneo di G. M. Platina
(1483-90) e la Grande Croce, quattrocentesca
opera d’argenteria. Completano la piazza
l’ottagonale Battistero del 1167, la Loggia
dei
Militi edificata nel 1292 ed il Palazzo Comunale,
molto rimaneggiato, che riprende la
struttura del broletto lombardo. Su piazza
Sant’Agata, centro dell’espansione urbana
sorta
in epoca medioevale fuori dalle antiche mura
romane, prospettano il palazzo Cittanova,
eretto nel 1256 e la chiesa di Sant’Agata
del 1077, dalla bella facciata neoclassica
(di L.
Voghera, 1845), che conserva la preziosa
SacraTavola, opera di un anonimo pittore
del
XIII secolo. A breve distanza sorge la chiesa
di Sant’Agostino, edificio monastico del
1339,
con facciata di gusto gotico, mentre nell’interno
si segnalano la cappella Cavalcabò con
affreschi di scuola bembesca ed una tavola
del Perugino.
Percorso 3
La città Rinascimentale
Il complesso abbaziale di San Sigismondo
costituisce, dopo il Duomo, l’edificio religioso
più importante della città. Già convento
dei Vallombrosani passò ai Gerolomini a partire
dal 1463, per volontà di Bianca Maria Visconti
che lo fece erigere per commemorare il
luogo dove erano avvenute le sue nozze con
Francesco Sforza. Ad un sobrio esterno
corrisponde all’interno una delle più armoniose
decorazioni del Rinascimento lombardo
che vide gli interventi di C. Boccaccino,
dei tre fratelli Campi e di Bernardino Campi,
mentre una porta intagliata (1536) immette
nell’elegante chiostro. Altro gioiello del
Rinascimento cremonese è la chiesa di Santa
Margherita, voluta dal vescovo umanista
M. G. Vida che affidò il progetto a Giulio
Campi, autore, con il fratello Antonio, dell’unitaria
decorazione interna, mentre nella chiesa
di San Pietro al Po,riedificata nel 1573,
già
importante monastero, come segnalano i due
chiostri rinascimentali, si conserva nei
transetti un intervento ad affresco di Antonio
Campi (1579) che si accompagna alla
restante decorazione di esuberante gusto
tardo-manierista. Più complesse sono, le
vicende della chiesa di Sant’Abbondio, già
monastero benedettino, ristrutturata dagli
Umiliati nel XV secolo per passare nel 1579
ai Teatini; oltre allo splendido chiostro
bramantesco, degne di segnalazione sono le
decorazioni ad affresco di G. B. Trotti e
O.
Sammachini del sec. XVI, e l’annesso Santuario
Lauretano, copia della Santa Casa di
Loreto del 1624. Ad un altro capo della città
sorge invece la chiesa di San Luca, con
facciata in cotto del 1471 ed annesso Tempietto
del Cristo Risorto, opera di B. de Lera
del 1503, eretto come atto di ringraziamento
per una scampata pestilenza. Cremona
conserva anche molti palazzi nobiliari del
rinascimento come, su corso Garibaldi a poca
distanza dalla chiesa di San Luca, palazzo
Raimondi, dell’umanista Eliseo Raimondi
(1496), interamente rivestito di marmi bianchi
e rosa, che ospita, oltre ad istituti scolastici
come la Scuola di Liuteria e la facoltà di
Musicologia, la Fondazione "W. Stauffer"
attiva in
campo musicale. Nell’imponente palazzo Affaitati,
sito in via U. Dati ed edificato per
l’omonima famiglia di banchieri tra il 1561
ed il 1570 da F. e G. Dattaro, hanno invece
sede le due più importanti istituzioni culturali
della città: il Museo Civico "Ala Ponzone",
composto da varie sezioni fra cui spiccano
la ricca Pinacoteca, il Museo Stradivariano,
e la
Biblioteca Statale con la Libreria Civica.
Percorso 4
La Città Spagnola e Settecentesca
Dopo l’aurea stagione rinascimentale, Cremona
ripiega gradualmente su se stessa ed a
testimonianza di ciò più rari si fanno, in
epoca barocca, i nuovi interventi architettonici
anche se proprio al 1602 data l’apertura
del grandioso cantiere della chiesa dei Santi
Marcellino e Pietro che, con l’annesso collegio
(ancor oggi utilizzato come scuola
pubblica), divenne sede dei potenti Gesuiti.
Al 1629 risale il completamento della facciata
della barocca chiesa di San Vincenzo in via
Palestro mentre l’unica chiesa parrocchiale
della città realizzata in pieno Settecento
è la chiesa di Sant' Ilario la cui edificazione,
voluta dagli Eremitani Scalzi di S. Agostino
al posto di una chiesa preesistente, data
tra il
1714 e il 1766; ad una facciata incompleta,
ma impostata secondo i canoni dello stile
barochetto, corrisponde un interno dinamico
con stucchi e decorazioni ed una ricca
quadreria che ben esemplifica la pittura
cremonese tra ‘600 e ‘700. A metà Settecento
l’antica chiesa di Sant’ Omobono, nella quale
il Santo Patrono era morto il 13 novembre
1197, venne scenograficamente affrescata
da G. A. Borroni e G. B. Zaist. Tra gli edifici
civili, il gusto ormai decisamente avviato
verso il pieno barrocchetto sigla la bella
facciata
del palazzo Stanga-Rossi di San Secondo di
corso Garibaldi ed in via dei Tribunali la
lunga facciata di palazzo Silva-Persichelli
(oggi sede del Tribunale) mostra le novità
stilistiche proprie del suo autore, l’architetto
F. Rodi che lo eseguì nel 1784. All’imperante
stile neoclassico rimanda, invece, il Teatro
"A. Ponchielli", posto su corso
Vittorio
Emanuele e ricostruito dopo un rovinoso incendio
da L. Canonica nel 1806. Al 1828 data,
infine, palazzo Mina-Bolzesi in via Platina,
unico nel suo genere a Cremona in stile
impero, attribuito all’architetto milanese
Carlo Sada o al ticinese Simone Cantoni.
Percorso 5
La Città e la musica
Il passato musicale e liutario di Cremona
ha lasciato in città importanti testimonianze
ad
iniziare da quelle legate alla vita del grande
Antonio Stradivari come la casa nuziale di
corso Garibaldi 57, che fu sua abitazione
e bottega dal 1667, o la copia della sua
pietra
tombale, oggi nei giardini pubblici di piazza
Roma, sorti nel 1870 sul luogo ove sorgeva
la
chiesa e il convento di San Domenico, luogo
della sua sepoltura. A breve distanza dai
giardini, in piazza Stradivari, una statua
moderna commemora la figura del grande
maestro, ma le testimonianze più dirette
della sua arte sono visibili al Museo
Stradivariano, sezione del Museo Civico,
che espone in un corpus unico al mondo: forme
di legno, modelli ed attrezzi provenienti
dalla sua bottega e venduti dal figlio alla
sua
morte; passati in seguito in varie collezioni
furono alla fine donati alla città nel 1930
dal
liutaio Giuseppe Fiorini. Frutto di acquisti
e donazioni è anche la preziosa e pressochè
unica collezione di violini nel Palazzo Comunale
che permette agli appassionati di
ammirare in una sola occasione alcuni irripetibili
capolavori dell’antica liuteria cremonese
realizzati da Andrea Amati, Antonio e Gerolamo
Amati, Nicolò Amati, Giuseppe Guarneri,
Antonio Stradivari e Giuseppe Guarneri del
Gesù. La città continua ad essere ancor oggi
la capitale della moderna liuteria come confermano
non solo le numerose botteghe
liutarie, disseminate nelle tranquille vie
del centro, ma alcune importanti istituzioni
specialmente operanti nel campo didattico.
Così in palazzo Raimondi hanno sede la
Scuola Internazionale di Liuteria, la Facoltà
di Musicologia e la Fondazione "W.
Stauffer" che promuove, fra l’altro,
annuali corsi di perfezionamento per violinisti;
nell’elegante palazzo Fodri, eretto nel 1490
e ricco di esuberanti decorazioni in cotto,
hanno invece sede l’Ente Triennale e la Mostra
degli strumenti ad arco vincitori delle
varie edizioni del Concorso Internazionale
di Liuteria. E’, infine, in corso di realizzazione
in
palazzo Pallavicino di via Colletta il Centro
Nazionale per il Restauro e la
Conservazione degli Strumenti Musicali, un
unicum a livello nazionale e quindi sicuro
segnale del ruolo che ancor oggi la città
può svolgere nel campo della liuteria e della
musica in generale.
Red/gcst
Cremona 13 marzo 2010
 
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