15 Settembre, 2002
«Panorama» del Call Center di Atesia
PdCI: «Perfettamente funzionale al dire in fondo: ‘Precario è bello’»
Egregio Direttore
L'ultimo numero del settimanale “Panorama” dedica un lungo servizio alle
operatrici e agli operatori del Call Center di Atesia che si trova a Cinecittà
a Roma. Atesia è una ex società del Gruppo Telecom Italia, ex perché ora,
tranne una quota di minoranza di proprietà dell'ex monopolista, appartiene al
Gruppo Cos di Alberto Tripi, la società leader nel settore dei Call Center.
Continua a lavorare per Telecom Italia e le sue campagne di commercializzazione,
ma anche per Tim, Sky, Alitalia, Galbani. Sono i ragazzi che subiscono le
sfuriate degli utenti alle prese con decoder non funzionanti, tariffe di
telefonia mobile cambiate, richieste di regali in cambio di punti mai andate in
porto, ma anche quelli che devono prendersi decine di volte il telefono in
faccia quando devono offrire un'Adsl in una zona magari nemmeno coperta. A loro
“Panorama” dedica questo servizio che si può definire di autentica,
incredibile, sfacciata disinformazione o controinformazione, contro la verità
in questo caso. Si dice chiaramente che il compenso a chiamata supera di poco
0,50 centesimi se va bene, ma spesso è gratis, perché è gratis quando il
contratto non porta a nulla. Questa è l'unica Verità, tutto il resto è una
realtà umana e sociale clamorosamente mistificata. Dei giovani di Atesia non si
racconta la lunga battaglia sindacale per la trasformazione dei CoCoCo in
contratti a tempo indeterminato, né il fatto che questi lavoratori stanno per
aprire un'altra battaglia per conquistare il diritto ad un contratto
integrativo, si cita solo qualche frase smozzicata contro il sindacato, di
scetticismo e di rifiuto di un'organizzazione collettiva dei propri interessi
che pure questi lavoratori atipici hanno già vissuto. Si dice che nel Call
Center la disciplina ed il controllo sono quasi inesistenti, non ci sono
rimproveri, i supervisor sono quasi assenti. Peccato che, in questi anni, abbia
avuto modo di ascoltare molte testimonianze di supevisor e quadri di Telecom
Italia, prestati per mesi ad Atesia, alcuni famosi per essere dei "sergenti
di ferro", dire che non avevano nemmeno immaginato che si potessero
trattare le persone come hanno visto fare in Atesia, cioè non come persone, ma
come numeri, cose, gente che non ha alternative e può essere mandata via in
qualunque momento. Per “Panorama” le ragazze e i ragazzi di Atesia sono solo
ragazzi a cui va bene così: non avere legami, orari fissi, guadagnare solo
quello che serve per la pizza mentre si studia, guadagnare quanto basta per
viaggiare, lavorare solo in attesa di diventare veline, attori, scrittori. Un
lavoro che serve alle madri di famiglia per arrotondare, un'Atesia che dà
lavoro a chi comunque non può avere altre chance, una scelta di libertà e di
autonomia. Si censura l'altra faccia di Atesia: le attese angosciose per sapere
se si è nella lista di chi verrà confermato e quelle per sapere se un servizio
Telecom Italia, che con tanta fatica si è piazzato ad un cliente, è stato
confermato o meno, al termine del periodo di prova gratuito: se non sarà
confermato si perderà la provvigione. Si dimentica che questi ragazzi sono
stati trasformati in venditori telefonici o "customer assistant" dopo
qualche ora di lezione, quasi sempre non retribuita. Un articolo perfettamente
funzionale al dire in fondo: "Precario è bello, è solo un momento della
vita, e poi è così trendy vivere alla giornata, trendy come l'ombelico di
fuori ed i tatuaggi, no?"
La segreteria del Partito dei Comunisti Italia - Cremona
 
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