15 Settembre, 2002
Bernamonti Dante , biografia
Nato a Cremona il 10-3-1898, deceduto il 17 gennaio 1953.
Bernamonti Dante
Biografia.
Nato a Cremona il 10-3-1898, deceduto il
17 gennaio 1953.
Insegnante. Dal 1914 aderente alla Federazione
Giovanile Socialista di Cremona, ne fu poi
eletto segretario. Il 14 agosto 1917 fu condannato
insieme a 5 altri cremonesi (Sidoli, Morandi,
Ferrari, Pederneschi, Chiari) a 5 anni di
reclusione dal Tribunale Militare di Pradamano*,
per aver svolto propaganda contro la guerra.
Fu uno dei fondatori con Tarquinio Pozzoli,
Ferruccio Ghinaglia, Cabrini, Rosolino Ferragni,
il dottor Maffezzoni, Andrea Zeni, Marabotti,
Piero Biselli, Rino Agosti ed altri del P.C.d’I.
a Cremona.
Per la sua attività antifascista venne ferocemente
aggredito dai fascisti il 5 dicembre 1923.
In seguito fu costretto a lasciare Cremona
e a vivere nella clandestinità a Milano.
Scoperto nel 1933 dalla polizia, venne arrestato
e poi condannato nel 1934 a 5 anni di confino
a Ventotene. Insieme a Bernamonti venne arrestato
e condannato al confino Giuseppe Marabotti.
Nel 1943 riprese i contatti con la Resistenza
cremonese tramite il compagno Libero Scala.
Fu eletto dopo la Liberazione segretario
della Camera del Lavoro di Cremona e poi
deputato alla Costituente.
Al momento della sua improvvisa scomparsa
il 17 gennaio 1953 dirigeva il movimento
cooperativo cremonese.
* Comune in provincia di Udine. Durante la
guerra 1915-’18 nella villa Giacomelli di
Pradamano si installò il comando operativo
Nord-Est delle truppe italiane. Dopo la ritirata
di Caporetto qui entrò in funzione un Tribunale
Militare che divenne tristemente famoso per
la sua ferocia repressiva. Vennero condannati
a morte e fucilati con il metodo della decimazione
centinaia di soldati italiani accusati di
diserzione. Altre centinaia di italiani vennero
condannati a lunghe pene detentive con l’accusa
di aver diffuso idee pacifìste contro la
guerra in corso.
fonte: www.anpi.cremona.it
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Bernamonti, deputato alla Assemblea Costituente
del 1946.
La Costituente operò dal 2 giugno 1946 al
31 gennaio 1948.
BERNAMONTI Dante
CREMONA, 10 marzo 1898 - 17 gennaio 1953
Diploma magistrale; maestro elementare, sindacalista
Eletto nel collegio VII (MANTOVA)
Lista di elezione: Partito Comunista Italiano
Proclamato il 6 giugno 1946
Elezione convalidata il 18 luglio 1946
Iscritto al gruppo parlamentare: COMUNISTA
dal 28 giugno 1946 al 31 gennaio 1948
Componente di organi parlamentari: GIUNTA
PER IL REGOLAMENTO INTERNO dal 26 giugno
1946 al 31 gennaio 1948
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L’attività politica di Dante Bernamonti dal
1921 al 1922 .
Note ed appunti ricavati dall’Eco dei Comunisti
di Cremona, di Gian Carlo Storti.
1921
Il numero 1 dell’Eco dei Comunisti esce il
5 febbraio 1921. Il 21 gennaio era stato
fondato a Livorno il Partito Comunista d’Italia.
Bernamonti , in un articolo intitolato “
Perché uscimmo” fra l’altro scrive: “ Non
è necessario fare la cronistoria degli avvenimenti
che precedettero lo storico Congresso di
Livorno…. V’era chi riteneva che il Partito
( socialista) dovesse compiere un giro adestra,
altri che credevano possibile la continuazione
dell’equivoco del riformismo esistente……altri
ancora che ritenevano indispensabile la costituzione
di una massa omogenea nel Partito, decisamente
orientata verso i metodi di lotta e il programma
della III° Internazionale, con l’esclusione
della destra del Partito…….La nostra opera
è tracciata dal programma della Terza\ Internazionale
votato a Livorno”.
Nel numero 4 , del 26 febbraio, firma un
articolo di commento del congresso della
Camera del Lavoro Locale. Il titolo dell’articolo
è eloquente “ A destra! “. Il testo chiude
così “ La svolta a destra per reazione contro
il nuovo Partito…..è……il segno evidente della
nuova strada che ha preso, che doveva fatalmente
prendere quel Partito che conserva nel suo
seno tutta una potente e attiva corrente
riformista.”
Nell’edizione del 30 aprile , il numero 13,
si evidenzia il contrassegno elettorale del
Partito Comunista ( corona di alloro con
all’interno la falce ed il martello incrociati)
con stampata la lista dei candidati in ordine
alfabetico. Dante Bernamonti è al numero
uno della lista. Al termine della stessa
lista sono indicate le preferenze da esprimere
a Franceschini e Grandi. Evidentemente Bernamonti
non era stato indicato fra gli eleggibili.
Nella stessa pagina spicca un articolo, non
firmato, intitolato “ Contro l’astensione”
al voto.
Nei numeri seguenti il simbolo del partito
con la lista viene ripubblicato sotto la
scritta “ Tutti alle urne: per il Comunismo,
per la Rivoluzione !!”.
Nel numero 16 , del 21 maggio, vengono pubblicati
i voti del Partito nella provincia di Cremona
che risultano essere pari 8.117. Il titolo
di prima pagina è eloquente del risultato
e della insoddisfazione “ Le elezioni di
terrore e di sangue hanno trovato il proletariato
fermo al suo posto. Lavoratori avanti !.
“
1922
La sigla d.b. riappare nell’edizione del
18 marzo del ’22 e firma due articoli. Il
primo dal titolo “ I fascisti sequestrano
e la questura fa il resto” dove ormai è chiaro
ed evidente il connubio fra gli organi statali
e le organizzazioni fasciste.
Il secondo articolo è sulla Camera del lavoro
e si intitola “ Salviamo l’organizzazione”.
L’apertura del ragionamento è singolare “
La nostra serena polemica sulla situazione
della Camera del Lavoro e sulle responsabilità
ad esse inerenti ha gettato l’allarme tra
i dirigenti socialisti che hanno capito la
giustezza delle nostre critiche”. L’articolo
chiosa un articolo della presidenza della
Camera del Lavoro che accuserebbe i comunisti
di essere dei “ ragazzetti” ecc. “
Dall’articolo si apprende che d.b. sarebbe
stato , per qualche tempo, impiegato della
Cavalli & Poli.
L’ultimo numero consultabile dell’Eco dei
Comunisti, divenuto nel frattempo, Organo
del Partito Comunista d’Italia di Cremona,Brescia
e Mantova è quello del 9 dicembre 1922. Della
firma Dante Bernamonti o d.b nessuna traccia.
I compagni che lo hanno conosciuto però dicono
che la parte del giornale sulla C.d.L. (
Camera del Lavoro) era frutto della sua penna
e del suo impegno. Infatti in quegli anni
il P.C. d’Italia cercava di conquistare i
quadri sindacali delusi, come si diceva allora
“ dalla politica riformista dei socialisti”.
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· note ed appunti organizzati da Gian Carlo
Storti
· cremona febbraio 2006
 
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