15 Settembre, 2002
Andare avanti verso il Partito Democratico di G.C.Storti
Verso il Partito Democratico.. si,forse,no,non so, aspettiamo ancora…!!!!

Andare avanti verso il Partito Democratico di G.C.Storti
Verso il Partito Democratico.. si,forse,no,non so, aspettiamo ancora…!!!!
Ho seguito, come tanti, i dibattiti alla Festa dell’Unità di Cremona sul Partito Democratico.N
é hanno discusso nomi illustri. La sensazione è che la strada sia ancora
in salita . Troppi se e troppi ma sia all’interno dei Democratici di Sinistra
che nella Margherita.I dubbi sono essenzialmente sui
valori fondanti del partito democratico. Alcuni, hanno paura di perdere la
tradizione socialista e marxista, altri di smarrire i valori cattolici lungo il percorso. Le tre personalità, fra le
tante autorevoli che hanno partecipato ai dibattiti, che hanno saputo andare
oltre questa linea di demarcazione sono state Massimo Cacciari, Sergio
Chiamparino e Sergio Cofferati.
Un tratto comune lega i tre
uomini e cioè il profondo rispetto delle regole della democrazia quale
strumento per produrre l’innovazione della società.
Con queste brevi note cerco di
socializzare ciò che mi è parso di capire.
Primo. L’Unione, come coalizione,
ha bisogno di un soggetto politico forte, che pesi elettoralmente oltre il 30%
dei voti, e che “guidi” la coalizione stessa; solo in questo modo si possono
fare le riforme di cui il paese ha bisogno; è quindi il paese, se vuole
innovarsi, che richiede una mutazione genetica delle formazioni politiche,
diversamente si rimane in mezzo al “ guado”;
Secondo. Il minimo comune
denominatore , della nuova formazione politica, non può che essere il
riformismo, quello conosciuto storicamente nel nostro paese e che proviene da
diverse tradizioni politiche, dalla cattolico democratica, alla socialista,
alla repubblicana ed alla marxista. Oggi poi vi è una generazione di uomini e
donne, giovani in particolare, che non vengono da quelle tradizioni, che non le
conoscono nemmeno e che fanno fatica a capire il persistere delle differenze.
Terzo. Nessuna delle componenti,
delle personalità deve rinunciare ai suoi valori fondanti. Ognuno può portare
il suo patrimonio e metterlo a disposizione degli altri; nessuno deve abiurare
parte della sua storia, della sua fede; tutti debbono essere disponibili ad
ascoltare gli altri in una grande “agorà”.
Quarto. E’ il programma il
cemento della nuova formazione politica;
è dal programma che si costruisce l’identità e non viceversa; è questa
rivoluzione copernicana che fa appunto la differenza; un programma costruito
nei rapporto con i cittadini per i cittadini stessi; non si tratta di ritornare
alle origini, alla purezza, ma di cogliere i segnali dell’innovazione e capire
assieme dove andare; è in questo contesto che le “ liberalizzazioni sono di
sinistra” ecc.
Quinto. Un partito quindi che fa delle scelte e che
misura le sue scelte con il suo corpo elettorale in un andare e venire delle
idee, in un continuo confronto fino a che lo strumento della democrazia
permette la decisione;
Sesto. Una volta che si è deciso,
a maggioranza, si procede alla realizzazione della decisione ed alla minoranza
saranno garantiti tutti gli spazi per rilanciare, se ,lo vorrà, la sua
battaglia; un partito, quello democratico, che non può vivere sul “ centralismo
democratico” ma sulla diversità delle idee ed il rispetto delle decisioni.
Settimo. E sui valori etici? Come
possono stare assieme credenti e non credenti? Quale tesi “ fondante” deve
prevalere? Nessuna rispondono i tre interlocutori citati. Si tratta di andare
avanti nella ricerca comune e di decidere, con l’ausilio della democrazia, la
scelta da compiere. Un cattolico come un ateo si debbono battere per far
prevalere la propria tesi, ma alla fine debbono accettare il responso della
democrazia su questa o sull’altra tesi. Insomma il valore fondante, l’unico
vero valore è quello dell’esercizio della democrazia.
I commenti, a queste tesi, che
sommariamente ho descritto sono stati i piu’ diversi e per molto versi uguali.
Ho trovato sia il cattolico che l’agnostico o ateo ad esprimere i propri dubbi.
Ognuno vorrebbe che il futuro partito democratico assuma i rispettivi valori a
valori fondanti ed universali del nuovo soggetto politico.
Eppoi due riflessioni politiche
speculari. Quello di sinistra che non vuole regalare voti a rifondazione ed il
cattolico che non vuole regalare voti all’UDC di Casini.
Insomma l’agorà ,della festa dell’unità di Cremona,
non ha deciso , è ancora molto scettica. Il partito democratico non nascerà
dunque da una spinta dal “ basso”. O meglio è opportuno precisare che i
militanti, dei rispettivi schieramenti non sono ancora pronti, mentre sono
sicuramente piu’ avanti gli elettori che nelle ultime tornate elettorali hanno
premiato il nuovo soggetto che si è presentato , in varie occasioni, con il
simbolo dell’Ulivo.
Necessita una scelta politica
forte, nazionale che rimetta in moto la macchina e si metta in sintonia con gli
elettori, i veri azionisti del nuovo soggetto politico.
In questi giorni le agenzie hanno
battuto la notizia che Prodi insiste affinché il nuovo soggetto democratico sia
pronto per le prossime elezioni europee del 2009. Bene lavoriamo per questa data
e se necessario individuiamo nuovi gruppi dirigenti che si facciano carico di
guidare il processo, di mettersi in gioco per vincere la nuova sfida.
Insomma facciamoci sentire e non
molliamo la presa.
Non perdiamo l’occasione, il
futuro è nelle mani di noi elettori.
storti@welfareitalia.it
 
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