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 Il Punto

15 Settembre, 2002
Immigrazione. Che fare e perché? di G.C.Storti
Intervbengono Paolo Ferrero e Marco del Ponte

Immigrazione. Che fare e perché?
Segnalo due scritti. Il primo del Paolo Ferrero Ministro della Solidarietà Sociale ed il secondo di Marco De Ponte, Segretario Generale di Action Aid International sui temi dell’immigrazione, tema quanto mai caldissimo in questi giorni di fine agosto.

Le tre priorità del ministro Paolo Ferrero.

Ogni anno decine di migliaia di persone entrano illegalmente in Italia e a decine muoiono nel canale di Sicilia. Penso che dobbiamo capire come fare a evitare queste morti e questa sofferenza e per questo è necessario prendere atto che oggi l’Italia, da cui un tempo erano i nostri nonni a partire (quasi 30 milioni di emigrati) è diventato un paese di immigrazione. Prima ce ne rendiamo conto e meglio potremo affrontare il problema in modo non demagogico.

1) E’ necessario aumentare nettamente gli aiuti dei paesi “sviluppati” ai paesi più poveri, costruire una seria cooperazione - come Italia e come Europa - per favorire lo sviluppo sociale ed economico a partire dal Nord Africa.

2) E’ necessario superare la legge Bossi Fini perché sostanzialmente questa legge non rende possibile l’ingresso legale degli immigrati in Italia e li costringe alla clandestinità e a diventare preda dei criminali che organizzano la tratta delle persone. Per poter entrare legalmente in Italia è infatti oggi necessario che un datore di lavoro italiano faccia richiesta nominativa al paese d’origine dell’immigrato. Non accade mai perché i datori di lavoro vogliono prima conoscere le persone e poi assumerle.

3) E’ necessario fare una lotta spietata alla malavita che organizza la tratta delle persone.

Agire e lottare per rimuovere le cause dell’ineguaglianza a livello mondiale non ci esime dal cercare di riportare nella regolarità quello che oggi avviene nella clandestinità. Trattare i migranti come persone e non come merci, garantire loro i diritti civili è la condizione anche per evitare che vengano utilizzati come manodopera a basso costo e affinché anche loro possano giustamente lottare contro lo sfruttamento e l’ingiustizia di questo mondo.

Paolo Ferrero Ministro della Solidarietà Sociale.

Non bastano le risposte immediate ai problemi urgenti, ecco il parere di  Marco De Ponte

Nel campo dell'immigrazione occorre dare risposte immediate ai problemi più urgenti, primo fra tutti il garantire i diritti delle persone che intraprendono questi viaggi in condizioni disperate, assicurando la possibilità di fare richiesta di asilo politico a chi ne ha intenzione, limitando al massimo i provvedimenti restrittivi, procedendo all'identificazione dei migranti in modo scrupoloso, combattendo l'organizzazione dei viaggi illegali.

Far fronte all'emergenza è però una risposta insufficiente. Occorre intervenire sulle cause di questo fenomeno tra cui c'è anche l'estrema miseria da cui le persone cercano di scappare. Ma l'Italia cosa sta facendo per combattere la povertà? Decisamente troppo poco.

Alcuni commentatori chiedono eventi straordinari quali l'organizzazione di conferenze internazionali per lo sviluppo. Iniziative che possono essere utili, ma sarebbe già molto rispettare gli impegni sottoscritti.

Al netto della cancellazione del debito gli aiuti italiani per i paesi in via di sviluppo corrispondono a meno dello 0,20% del PIL, allontanando sempre più il nostro paese dall'obiettivo stabilito in sede europea dello 0,51% nel 2010 e lo 0,7% nel 2015.

In particolare, dal 2000 al 2004 le risorse inviate dall'Italia all'Africa Sub-sahariana, da cui provengono molti immigrati, sono scese da 255 a 111 milioni di dollari.

Anche nella lotta all'HIV/AIDS – la cui diffusione è strettamente connessa all'aumento della povertà – l'impegno dell'Italia ha subìto una battuta d'arresto: il nostro paese ha un debito di 20 milioni di euro nei confronti del Fondo Globale che avrebbe dovuto versare nel 2005 e altri 130 milioni di euro dovranno essere versati quest'anno.

Certo, nel far fronte all'immigrazione l'azione contro la povertà non darà risultati in tempi immediati. Ma questa non può essere una scusa per non intervenire, al contrario dev'essere un'esortazione al governo Prodi ad agire con grande urgenza, realizzando un'inversione di rotta che ancora non si vede. Solo così si potranno ottenere risultati duraturi e non si dovrà più passare da un'‘emergenza immigrazione' all'altra.

Marco De Ponte, Segretario Generale di Action Aid International

storti@welfareitalia.it
Cremona 26 agosto 2006

 


       



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