15 Settembre, 2002
Mi dai una sigaretta ? ( di Edo Villa)
Se non mi dai subito una sigaretta di pesto un piede con il tacco.
Mi dai una sigaretta ? ( di Edo Villa)
Se non mi dai subito una sigaretta di pesto
un piede con il tacco.
Quel giorno dovevo tenere un’assemblea in Villa Salus. Ero in anticipo . Ho chiesto al portinaio
di chiamarmi il Villa. Era ancora in reparto: mi avrebbe aspettato
al bar.
Era una bella mattina autunnale, fresca, luminosa e ventilata
. Le foglie degli alberi svolazzavano sul piazzale creando
ruote volteggianti e colorate.
Nel bar erano presenti pochi clienti.
Chiedo un caffè. Il barista mi guarda e mi
chiede “ nero “ ?.
Rispondo affermativamente. Il caffè è pronto
e posato sul bancone. Mancano lo zucchero
ed il cucchiaino. Faccio presente al barista
con un cenno. Con un grande sorriso mi versa
due cucchiaini di zucchero e mescola il caffè.
L’atteggiamento era di uno che stava per
bersi il suo caffè… Non lo beve e me lo avvicina…
Sorseggio il caffè troppo dolce ed ormai
quasi freddo.. Con voce alta il barista esclama “ancora un po’ di zucchero
?”. Mentre rispondo “no grazie” mi sento afferrare, con una stretta molto
forte, il braccio che tiene la tazzina .
Mi giro di scatto. Il viso era largo, radioso,
occhi azzurri, labbra rosse, denti gialli
e capelli biondi e gonfiati con la lacca.
Stringendomi con forza e fissandomi negli
occhi con voce sottile e sorriso sulle labbra
mi dice: “ se non mi dai subito una sigaretta
di pesto un piede con il tacco”.
Le guardo il tacco: era proprio a spillo.
Con l’altra mano frugo nella tasca della
giacca, trovo le sigarette e gliele porgo.
Lei con l’altra mano prende il pacchetto,
fa scivolare fuori una sigaretta che si infila in bocca.
Sussurrando mi chiede del fuoco. Obbedisco
e le accendo la sigaretta.. finalmente lascia
la presa del mio braccio e mi ringrazia con
un grande sorriso.
Sai mi dice, sono appena stata dalla parrucchiera..
Sto bene vero ? Sai devo andare a ballare.
Ne hai un’altra di sigaretta?
Nel suo camice bianco arriva il Villa. Era
un uomo grande e grosso sui centoventi chili.
Mi guarda, e si avvicina ridendo. Manda via la bionda
con un cenno della mano. Mi fissa, sorride
e mi dice: è inutile provare con quella tanto
non ci sta mai con nessuno…
Non dico nulla e lo seguo per l’assemblea.
Edo Villa
1982
Ospedale Psichiatrico
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Lo specchio , racconti di Edo Villa
Precedenti pubblicazioni sul sito www.welfarecremona.it
La Torta Rossa. di Edo Villa – Racconti – 16 Maggio, 2005
El Veciola e l’ epatite fulminante ( di Edo
Villa) – Racconti – 17 Giugno, 2010
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